“Mi rivolgo a te che hai rubato i fiori dalla tomba di mio padre. Mi chiedo solo cosa siano per te il rispetto o il culto dei morti, quale valore possa avere per te mettere sulla tomba di una tua persona cara dei fiori rubati”… Sono le parole di rabbia e dolore di Marco di Bra che ha trovato il portavasi vuoto sulla lapide davanti il loculo del padre, e che ha deciso di esternare il suo disgusto e il suo dolore di fronte ad un gesto così vile affiggendo un cartello all’interno dell’area cimiteriale.
Una denuncia non solo a titolo personale ma con l’intento di sollecitare l’attenzione da parte delle autorità competenti e dell’Amministrazione comunale, visto che il suo non sembra essere un fatto isolato.
Chi fosse sorpreso a rubare rischia una denuncia penale, è opportuno ricordare infatti che in questi contesti entrano in gioco valori diversi da quello venale della pianta. C’è in mezzo il sentimento di pietà verso i defunti, i loro corpi e i luoghi che li conservano. Detto in altre parole, l’interesse tutelato dal nostro ordinamento e dalle norme penali è ciò che i latini chiamavano pietas, ossia l’amore, l’affetto, la venerazione e il rispetto che accompagna i morti indipendentemente dalla religione degli uomini che li venerano.