Esame ai professori: bocciati il 90%: Lo sfogo di un docente albese: «Nei test c’erano domande troppo difficili»

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In questi giorni è sicuramente uno dei “trend topic” su social e notiziari. Stiamo parlando del concorso ordinario della scuola, bandito per l’immissione in ruolo di migliaia di prof, attualmente precari. Il motivo di questo gran parlare è l’elevatissimo numero di “bocciati” a quello che era il test di ingresso. A seconda del corso di studi si arriva a percentuali che sfiorano il 90% degli iscritti, numeri che hanno portato ad amari commenti da parte dei partecipanti. Qualcuno si è spinto a dire che «forse se avessero fatto una lotteria, ci sarebbero state più possibilità». Cosa è davvero successo? Era davvero così difficile questo test? Ce lo facciamo raccontare da Alessio, docente di lettere delle scuole medie di Alba. Ci scusiamo se non indicheremo il suo nome completo, ma siamo noi stessi i primi a dire che non è giusto mettere in prima pagina, chi in questo momento sta già pagando in prima persona l’esito del concorso. «Ho partecipato al concorso per la classe di concorso Lettere, per ciò che riguarda la secondaria di primo grado, le scuole medie – spiega Alessio -. Il sorteggio del ministero mi ha spedito a Chieri, ma altri miei colleghi sono andati anche più lontani, in luoghi nemmeno raggiungibili con i mezzi pubblici, ma questo è un altro discorso. Ai candidati è stato somministrato un test a risposta multipla sul modello quiz della patente. Avevamo a disposizione 100 minuti per rispondere a 50 domande. A dirla tutta un tempo fin eccessivo, che spesso ha sortito l’effetto opposto, insinuando dubbi nella rilettura e correzione. Il livello minimo per passare la prova era 70 punti, equivalente a 35 risposte esatte». Se la scelta di test di questo genere è giustificata dalla possibilità di correggere istantaneamente le prove, lo stesso non si può dire dalla tipologia di domande inserite nella prova. «Francamente mi sono sentito preso in giro, vista l’impossibilità di rispondere a certe domande.

Mi è stato chiesto di rispondere a quale canto e a quale personaggio si riferisse un breve passo della divina commedia. Oppure che tipo di spinotto è necessario per collegare la Lim. E che dire della moneta in corso nello Swaziland? Insomma un Trivial pursuit di nozioni allo stato puro, che anche a fronte di studio approfondito, in pochi potevano conoscere. Questa non è cultura generale, ma un piano per bocciare il più possibile. Qualcuno ha pensato anche di poter arrivare a rispondere per deduzione, ma anche questo era pressoché impossibile, a fronte di domande mal formulate e risposte così simili da trarre in inganno anche i candidati più attenti». In molti, sui social, applaudono questa strage, sostenendo l’inadeguatezza della classe insegnante, ma anche in questo caso Alessio ci tiene a precisare come l’esito del concorso sia stato influenzato da fattori imponderabili… «Abbiamo avuto solo 20 giorni di preavviso.

Anche i programmi su cui dovevamo studiare erano vastissimi e differenti da quelli ipotizzati in un primo momento. Insomma siamo stati gettati in pasto ai leoni, senza avere la possibilità di farci valere. Nella mia classe sono stati soltanto in due a passare, ma so che in altre sono stati bocciati tutti. Credo che in alcune classi di concorso, i promossi non saranno sufficienti a coprire i posti disponibili, che saranno occupati da docenti precari che oggi sono stati ritenuti non idonei. Concludo che questa non è stata una sconfitta per noi giovani insegnanti, ma di un sistema di politicanti e politici che pensano solo alla poltrona e non vogliono il bene della scuola. Ciò che il computer ha decretato al termine del test è stato immediatamente smentito dagli allievi e dai colleghi, che ci hanno espresso tutta la loro solidarietà».

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