Pollenzo: L’antico ponte ora si potrà rifare

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Un primo passo verso la ricostruzione del vecchio ponte sul Tanaro a Pollenzo è stato fatto: la Compagnia di San Paolo ha accolto la richiesta del Comune di Bra concedendo 80mila euro utili a coprire i costi di progettazione definitiva dell’intervento. «Un’idea sim­bolica per il territorio che la vincita di questo bando rende possibile “mettere in bella”» – commenta soddisfatto al “Corriere” Daniele Demaria, assessore alla Mobilità Sostenibile. L’opera, infatti, sarebbe la parte più scenografica di un itinerario ciclo-pedonale, passeggiata di loisir, ulteriore attrattiva turistica di Langhe e Roero e soprattutto collegamento a impatto zero tra la città della Zizzola e l’ospedale di Verduno. Di qui la ciclovia proseguirebbe per Alba in una iniziativa che vede l’Amministrazione braidese capofila con Verduno, La Morra, SantaVittoria e il coinvolgimento di Pro­vincia di Cuneo, Università di Scienze Gastronomiche, Atl, Unione Comuni Roero, Terre dei Savoia, Slow Food, Fiab (Federazione italiana ambiente e bicicletta), la stessa Fondazione Nuovo Ospe­dale. «Una previsione ambiziosa ma che riteniamo realizzabile e doverosa in questo periodo storico» – dice ancora il prof. Demaria. Lo studio di fattibilità premiato a Torino è stato redatto dagli architetti Balbi & Rinaudo di Ales­sandria con l’ing. Paolo Napoli. Il fabbisogno economico per passare dalle carte ai cantieri è già stato stimato in complessivi 9,5 milioni di euro. Soldi che si spera di attingere dal Pnrr o da fondi strutturali europei.

Storia e attualità Il ponte fu una delle opere fatte realizzare nell’Ottocento dal re Carlo Alberto nell’ampia trasformazione dei possedi­men­ti pol­­lentini sede della Direzione generale sabauda e dell’azienda agricola detta Agenzia. Questa, ristrutturata all’inizio del nuovo millennio, ora ospita la Banca del Vino e l’Ateneo “del gusto”. Era in legno e percorribile anche da carri e mezzi a motore, legato da grandi cordoni ai due piloni in muratura sopravvissuti fino a noi. Fu fatto saltare dai partigiani per tagliare la strada ai nazifascisti durante la resistenza. Balbi & Rinaudo ne hanno immaginato una rinascita ispirata alle foto d’epoca ma di impatto visivo tecnologico e leggero, una passerella metallica sospesa sull’acqua.

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