Moria del kiwi, Piemonte protagonista nella ricerca

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Lo studio del Piemonte sulla moria preso come modello di ricerca da sviluppare per tutto il territorio italiano

Proseguono in Piemonte le attività di ricerca e sperimentazione sulla moria del kiwi da parte del gruppo di lavoro costituito da Regione Piemonte – Settore Fitosanitario, Fondazione Agrion, CREA IT-Torino e DISAFA – Università di Torino. La situazione è allarmante e critica per la coltivazione di questa specie frutticola sul territorio piemontese.

Il gruppo di lavoro regionale è impegnato nel progetto KIRIS, approvato e finanziato dalla Regione Piemonte, il cui obiettivo è approfondire la conoscenza degli aspetti che sono all’origine della moria come risposta ai fattori ambientali, agronomici e fitopatologici, allo scopo di prevenirne l’insorgenza della problematica nei nuovi impianti e di trovare possibili soluzioni per gli impianti già esistenti.

Inoltre a dicembre 2020 è stato costituito dal MIPAAF, in seno al Comitato Fitosanitario Nazionale, il gruppo di lavoro nazionale sulla moria del kiwi, coordinato dal Piemonte per gli aspetti tecnici. Il gruppo di lavoro ha concordato nell’acquisire lo studio del Piemonte sulla moria come modello di ricerca, da integrare e sviluppare, per essere esteso su tutto il territorio italiano.

È emersa infatti la necessità di adottare dei criteri d’indagine su scala nazionale affinché siano validi su tutto il territorio per scoprire le interconnessioni tra le cause che portano alla “sindrome” che colpisce le piante di kiwi.

“E’ importante trovare in tempi rapidi una cura o metodi di prevenzione per contrastare il fenomeno della moria del kiwi che continua a colpire le coltivazioni in Piemonte e in Italia – sottolinea l’assessore all’Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte, Marco Protopapa  – Occorre dare un aiuto urgente ai nostri agricoltori che subiscono danni ingenti alle proprie colture e infatti il Piemonte sta dando un importante contributo a livello nazionale grazie all’esperienza maturata in questi anni nella ricerca condotta dal gruppo di lavoro regionale. In parallelo, consapevoli che occorre sostenere direttamente le aziende che hanno dovuto estirpare gli impianti di actinidia per cause fitosanitarie, stiamo predisponendo un nuovo bando regionale che consentirà l’erogazione di un aiuto forfettario per ogni ettaro estirpato”.

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