La comunità internazionale dell’Università di Pollenzo si è riunita per la Laurea Honoris Causa a Sveva Sagramola

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Venerdì 29 aprile 2022 l’Università di Scienze Gastronomiche ha conferito la Laurea magistrale Honoris Causa in “Food Innovation & Management” a Sveva Sagramola, conduttrice televisiva, autrice e documentarista, da sempre impegnata nel divulgare con attenzione e sensibilità i temi che sono vicini alla filosofia dell’ateneo pollentino.

La cerimonia si è tenuta all’aperto, sotto un bellissimo sole estivo, nell’area allestita sul prato dell’Agenzia di Pollenzo.

Nella mattinata, inoltre, 26 studenti provenienti dall’Italia, da Austria, Brasile, Colombia, Cuba, Francia, Germania, Giappone, India, Olanda, Stati Uniti, Sudafrica hanno concluso il loro percorso di studi a Pollenzo, discutendo le loro tesi.

Una giornata di festa e di celebrazioni, che ha unito il Graduation Day per i gli studenti UNISG al conferimento della laurea Honoris Causa alla “neogastronoma” Sveva Sagramola.

Ad aprire il pomeriggio il saluto introduttivo del Rettore prof. Bartolomeo Biolatti che ha illustrato le motivazioni per le quali si è voluto conferire la laurea HC alla documentarista e autrice romana, dandole il benvenuto nella comunità accademica pollentina: “Cara Sveva mi permetto di darti del tu perché con la tua trasmissione televisiva entri ogni giorno nelle nostre case. Oggi, tra noi troverai filosofi, gastronomi, antropologi, storici, sociologhi, giuristi, agroecologi, etnobotanici, anche un veterinario, che sono io. Qui tutti lavoriamo per dare concretezza all’approccio olistico”.

Quindi è stata la volta della laudatio tenuta dal prof. Andrea Pieroni, che ha celebrato l’operato professionale di Sveva Sagramola, mostrando i forti legami che esistono tra la natura e l’ethos del suo lavoro e quelli dell’Ateneo pollentino.

Il tema portante di questa laudatio è il viaggio, che ha costituito anche il principale strumento di indagine con cui Sveva Sagramola è entrata in contatto con mondi altri e ha raccontato i luoghi, le persone che li abitano e la loro cultura gastronomica, quel viaggio che è anche una delle caratteristiche principali della didattica esperienziale di Pollenzo. In particolare Sveva e la redazione di Geo assieme hanno contribuito a sensibilizzare il grande pubblico sull’importanza della diversità bio-culturale, cioè non solo della biodiversità in quanto celebrazione della vita nei suoi tre livelli (genetico, di specie e di sistema), ma anche delle molteplici relazioni tra questa e le diversità culturali”.

E ancora: “Il lavoro condotto da Sveva e dai suoi collaboratori contiene alcuni nuclei fondanti che sono esattamente gli stessi della missione e della visione dell’Ateneo di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Essi si basano sullo studio di rilevanti dimensioni trans-disciplinari delle scienze gastronomiche che hanno come obiettivo sia la sostenibilità ambientale e socio-economica, sia la sovranità alimentare”.

Sveva e la redazione di Geo hanno centrato alcuni delle grandi questioni del presente che cercherò di raggruppare in cinque macro-temi: la difesa della biodiversità, la sostenibilità, la sovranità alimentare, l’inclusione, l’ecologia comunicativa e la comunicazione di qualità. Per tutto questo, alla luce della sua esperienza professionale e della sua capacità di divulgare da una prospettiva emica, nel raccontare in punta di piedi l’impronta dell’umanità sulla Madre Terra, voglio cogliere l’occasione per ringraziarla a nome del nostro Ateneo”, ha quindi concluso il prof. Pieroni.

Prendendo successivamente la parola Sveva Sagramola, con emozione, ha così esordito:

È per me motivo di orgoglio vedere riconosciuto un lavoro di quasi 25 anni da un consesso così autorevole e importante. I premi non sono tutti uguali, dipende da chi te li dà, fanno tutti piacere, ma quando a premiarti è qualcuno con cui senti una comunanza di intenti e di pensieri, e a cui riconosci un ruolo di guida, quando questo qualcuno ti ispira, così come è stato per me Carlo Petrini e il movimento Slow Food da lui fondato e a cui fa riferimento questa bella Università”.

Ha poi proseguito: “Il mezzo di comunicazione in cui lavoro da più di trent’anni è quello televisivo, il più influente e pervasivo di tutti, che ha trasformato la storia della comunicazione dalla seconda metà del Novecento e che ancora non è stato soppiantato da internet e dalla nuova rivoluzione digitale in corso. La conoscenza del mondo naturale è stata sin dall’inizio della mia vita professionale il mio interesse principale, insieme al ruolo giocato dall’uomo nell’ambiente e al suo impatto sull’equilibrio dell’intero pianeta. Questo mi interessava: la relazione dell’uomo con i sistemi naturali, i limiti e le potenzialità del nostro abitare il pianeta, ed è questo allargamento dello sguardo sulla natura che ho portato a Geo.

In questi 25 anni abbiamo accompagnato i cambiamenti e gli umori del Paese, intercettando quei temi che entravano a far parte del nostro vivere, e c’è stato un momento, intorno ai primissimi anni del 2000, in cui le tematiche ambientali, da argomento di nicchia, sono, all’improvviso, diventati finalmente “il tema”, la questione principale, su cui si giocano le sorti dell’intero pianeta. Ed ecco che allora, parlare di ambiente, significa parlare anche di salute, di alimentazione, di inquinamento, di energia, di giustizia sociale, di biodiversità, di conservazione, di stili di vita, di economia, insomma, del nostro stare al mondo, ed è quello che abbiamo fatto in questi anni, facendo di Geo un punto di riferimento autorevole e popolare della divulgazione scientifica e ambientale.
E la cucina a Geo? Com’è stata declinata? Intanto è arrivata per gradi, abbiamo iniziato con il racconto dei prodotti tipici di un territorio, delle pratiche agricole che ne erano all’origine, delle tradizioni in cui si inserivano, e abbiamo iniziato a scoprire i significati del cibo.

La cucina, a Geo non è mai stata lontana dalla gente e dalla quotidianità, l’abbiamo legata ai prodotti tipici, alla nutrizione e alla salute, all’arte, abbiamo raccontato le cucine di altri popoli e l’incontro di culture, la sostenibilità del cibo, la sua storia dall’antichità ad oggi, le tradizioni religiose, le credenze popolari, i riti, la cucina delle nostre nonne, l’agricoltura, l’autoproduzione. I nostri protagonisti sono agricoltori, cuochi, artigiani, guardaparco, ma anche attivisti ambientali, amministratori illuminati, naturalisti, anziani depositari di sapere, ricercatori, giovani che si danno da fare per gli altri, tutti, accomunati dalla consapevolezza che i sistemi naturali di cui siamo parte e di cui ci serviamo per vivere, sono un bene comune, e che il rispetto di essi è il punto di partenza imprescindibile di qualunque attività umana”.

Ha chiuso la cerimonia Carlo Petrini, presidente dell’Università di Scienze Gastronomiche, prima di lasciare lo spazio ai suoni e alle voci dell’Orchestra di Terra Madre.

“L’incontro di oggi è molto importante perché segna fisicamente il tempo della ripresa, perché chiudiamo con questa cerimonia un lungo periodo di sofferenza anche per l’UNISG.

Voi neo laureati che avete vissuto personalmente questi due anni difficilissimi, rimarrete nel nostro cuore e sarete quelli che seguiremo ancora con più attenzione rispetto alla vostra collocazione lavorativa.

Quello che più ci è mancato in questi due anni è il senso di comunità, che è il segno distintivo di Pollenzo. Voi lo avete comunque mantenuto, ma in questi due anni è mancata molto la presenza e l’incontro con compagni di studi da paesi diversi, con i viaggi didattici che si sono dovuti fermare. E per questa ragione che vi rinnovo da parte di tutta Pollenzo che l’augurio che i vostri percorsi lavorativi possano essere coronati dal successo”.

E ancora: “Cara Sveva penso che la tua presenza oggi è significativa anche sotto questo punto di vista.

Perché quello che hai realizzato nella tua vita professionale è il coronamento di un’idea forte di una attenzione che Pollenzo ha nei confronti di una economia di piccola scala, produzioni locali, della biodiversità e sovranità alimentare. Tutte questioni che sono state ben dettagliate dal prof. Pieroni nella laudatio. Il risultato che la nostra televisione grazie a te stia producendo in modo costante un patrimonio documentaristico di qualità e importante per capire la nostra realtà, è una iniziativa meritoria.

A questo proposito vogliamo chiedere ufficialmente alla RAI di poter ospitare questi documentari qui a Pollenzo perché ne possano fruire gli studenti, per prepararsi ai viaggi o documentarsi per le loro tesi: è bene che questo patrimonio non resti nelle Teche Rai, ma che possa essere usufruito dalla nostra università così come spero anche da altri atenei.

Quello che avete realizzato rimane un punto fermo per la descrizione del nostro patrimonio agroalimentare e questa dimensione che pone al centro il lavoro delle comunità, l’analisi dei territori fatta in maniera olistica.

Penso che l’appuntamento di oggi è un momento di partenza. C’è molta incertezza livello planetario, viviamo tempi difficili e sul fronte della situazione alimentare abbiamo orizzonti molto controversi: specialmente nei paesi più poveri dell’Africa e del Medio Oriente.

Ci giungono notizie che annunciano sommovimenti nel Nord Africa rispetto alla carenza di cibo che è drammatica.

Dobbiamo pertanto mantenere alta l’attenzione su questi temi e anche nei confronti degli studenti che da Pollenzo cercano un posto nel mondo del lavoro. Ed è con questo spirito, coscienti delle difficoltà del momento, occorre puntare sulle nuove generazioni. Parlo a voi neolaureati, ma anche agli oltre 500 studenti presenti attualmente nella nostra Università, che saranno i protagonisti del futuro. Pollenzo sarà sempre al vostro fianco, e ve lo ricordo con la canzone sudamericana della Golondrina: il canto che dice che ovunque voi andiate, sappiate che Pollenzo è il vostro nido”.

 

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