Il Ministro Paola De Micheli in visita ad Alba, in arrivo dal governo 11.7 milioni per i danni del recente maltempo

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ALBA – “Ad Alba non sono venuta per fare promesse”. Questo l’esordio del Ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli già vice segretario del Partito Democratico ed ora successore dell’ inafferrabile Danilo  “Primula rossa” Toninelli. Il Ministro, accompagnato dal Governatore del Piemonte Alberto Cirio e dalla collega Chiara Gribaudo ha fatto tappa ad Alba nel corso della visita che – lunedì  9 dicembre – l’ha portata sui luoghi maggiormente provati dal maltempo che ha recentemente colpito le province di Cuneo, Asti e Alessandria . Ad accogliere in piazza Risorgimento l’esponente del governo sono stati il prefetto di Cuneo, il presidente della Granda Federico Borgna, i sindaci di Alba e Bra, il consigliere regionale Maurizio Marello, il presidente ACA Giuliano Viglione, numerosi sindaci ed Amministratori locali.

In Sala “Teodoro Bubbio”, una volta allontanati i giornalisti, si è svolto l’incontro tra il Ministro ed i rappresentanti del territorio. Questo resoconto, quindi, è frutto di quanto origliato durante l’incontro e del poco che si è potuto chiedere al ministro al termine del suo passaggio sotto le Cento Torri.

Alberto Cirio, Federico Borgna e Carlo Bo hanno presentato al ministro la situazione locale, descritto e quantificato i danni prodotti dal recente maltempo e sottolineato quanto si sarebbe risparmiato potendo provvedere, con 500mila euro, al taglio degli alberi e alle normali buone pratiche di gestione del suolo rese impossibili dalla “povertà di mezzi” che vive la provincia di Cuneo: formalmente soppressa, ma responsabile di mille adempimenti e responsabilità.

Nella nostra provincia il maltempo ha fatto danni: frane, allagamenti, interruzioni di collegamenti e infrastrutture, per circa 7.5 milioni di euro, 2.5 di questi nel comprensorio Albese e Braidese. Da Cuneo, ogni anno, prendono la via di Roma oltre 11 milioni di contributi a fronte dei quali torna alla Provincia poco più di un milione: un pannicello tiepido o poco meno a fronte della quantità di danni ancora da rattoppare e delle nuove ferite da ricucire. Nel promettere il suo interessamento il Ministro una buona notizia l’ha data.

“Per il Piemonte – ha spiegato – i nostri fondi per l’emergenza hanno messo in moto 55 milioni di euro. Altri potrebbero arrivare se riusciremo ad attivare i fondi che l’Europa potrebbe metterci a disposizione. Di questi, in provincia di Cuneo ne arriveranno 11.7. Credo che a febbraio avremo la certezza dei capitoli di spesa e potremo definitivamente mettere a disposizione questi euro per dare corso agli interventi. Ma”

Perché un “ma” c’è sempre in questi casi!

“Ma i nostri uffici per la progettazione (degli interventi) sono pochi e oberati di lavoro. Anche perché i tagli di bilancio hanno ridotto il numero degli addetti”.

Insomma, il bicchiere lo potete vedere come vi pare: i soldi ci saranno in primavera i progetti non si sa. Carlo Bo, nel corso del suo intervento, ha invece spostato il tiro sulla questione dei lotti albesi dell’Asti Cuneo.

“Una situazione – ha sottolineato – che rappresenta una penalizzazione terribile per il territorio, per le attività che vi operano, per i cittadini che da 25 attendono una soluzione. Abbiamo perso le speranze per quanto riguarda il lotto “albese” 2.5 e tutto resta bloccato per quanto riguarda gli ultimi 9 chilometri del percorso. Ho fatto 10 anni come consigliere comunale e ora 6 mesi da sindaco e non ho visto costruire un solo metro di strada”.

“Stiamo lavorando – ha replicato il Ministro – ad un documento che proporremo al Cipe non appena possibile. Si tratta di una proposta che prende quanto di buono hanno le proposte precedenti (quella Del Rio del “cross financing” e quella Toninelli di un nuovo concessionario con indennizzo per Gavio) e lo integra con elementi che realizzano una proposta non troppo impegnativa sul fronte delle formalità (ovvero che non dovrebbe far drizzare troppo le antenne di Bruxelles)”.

Impossibile sapere di più. Perché “dobbiamo ancora discutere con i colleghi ministri”.

Quando andrà al Cipe la nuova proposta? “Per adesso è meglio non ipotizzare date vincolanti”.

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