Le indagini hanno preso il via a seguito dell’accertamento di un ammanco all’Azienda ospedaliera universitaria “Città della Salute e della Scienza di Torino”, per un valore di circa 300mila euro, di un costoso prodotto farmaceutico, denominato “Bone Alive” (sostituto osseo). L’ammanco sarebbe stato causato dalla condotta truffaldina di un’incaricata di un’impresa torinese che si avvaleva della “collaborazione” di un pubblico dipendente nfedele. Egli, sempre secondo l’accusa, falsificava documentazione amministrativa in cambio di generose tangenti. Nel corso dell’operazione i finanzieri hanno sequestrato, altresì, disponibilità finanziarie e beni per quasi 300.000 euro, riconducibili al profitto degli illeciti penali commessi.
L’operazione ha fatto emergere un “collaudato e articolato sistema di interazioni fra soggetti privati e commissari di gara finalizzato a truccare le gare d’appalto attraverso la modifica dei relativi capitolati, l’attribuzione di punteggi di favore e la rivelazione di informazioni riservate”, scrivono gli inquirenti. Un quadro, ricostruito anche grazie alle attività di intercettazione telefonica e di pedinamento, che ha portato all’esecuzione delle misure cautelari nei confronti di pubblici dipendenti, commissari di gara e agenti e rappresentanti di alcune imprese accusati, a vario titolo, di corruzione, turbativa d’asta e frode nelle pubbliche forniture.