Cia Cuneo: “Soddisfazione per l’ok definitivo al Senato della Legge sull’agricoltura biologica”

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Il Senato ha dato l’ok definitivo, in quarta lettura, al Disegno di Legge sull’agricoltura biologica, dopo 12 anni di iter parlamentare. Cia nazionale è molto soddisfatta per l’approvazione del testo. Tra le norme più importanti l’istituzione di un marchio biologico italiano a tutela dei prodotti del nostro Paese, salvaguardandoli, così, dalle imitazioni. Dicono i vertici dell’organizzazione agricola:  “L’Italia può dirsi più vicina a un ruolo da protagonista nel settore, forte di una leadership ampiamente riconosciuta a livello europeo e internazionale in termini di produzione, superfici, consumi e valore dell’export. Infatti, nel nostro Paese il comparto ha una superficie coltivata con il metodo biologico di 2 milioni di ettari – il 16% dei terreni agricoli totali, contro l’8% della media europea – e 80.000 operatori. La spesa bio degli italiani nel 2021 ha superato i 4,5 miliardi di euro, il nostro export vale il 6% delle complessive esportazioni agroalimentari: una percentuale che ci pone al secondo posto nel mondo dopo gli Stati Uniti”.

Aggiungono ancora alla Cia nazionale: “La Legge rappresenta il pilastro necessario alla costruzione del futuro agricolo del Paese. Tra l’altro come chiede l’Unione Europea con la strategia Green Deal, che vede proprio nel biologico uno dei motori principali per la transizione del sistema agroalimentare verso la sostenibilità”.

 

Cosa dice Cia Cuneo

Soddisfazione per il sì alla Legge la esprime anche Cia Cuneo, attraverso il presidente provinciale Claudio Conterno. Afferma Conterno: “Un provvedimento che aspettavamo da molto tempo per dare alle aziende delle norme che mancavano. Sono state recepite le indicazioni dell’Unione Europea per andare verso un sistema il più possibile impegnato a tutelare l’ambiente”.

Poi, Conterno esprime la sua visione del biologico: “E’ una mentalità, che deve far parte del modo di lavorare dell’agricoltore. Infatti, prima di guardare al mercato e alle prospettive di vendita deve applicare il metodo per se stesso. Perché è lui che si occupa tutti i giorni dei suoi terreni. Poi, sullo stesso piano, vengono l’ambiente e il consumatore. Però, se questa filosofia non fa parte del modo di agire dell’agricoltore è meglio che continui con l’agricoltura convenzionale, in cui, fino a quando si potrà, è ancora permesso di coltivare come si vuole, o con l’integrata, attraverso la quale si pratica quanto è consentito da un Regolamento regionale e nazionale”.

Però, la scelta verso l’agricoltura biologica è ormai stata fatta? “Si tratta del metodo che tutela di più l’ambiente e le persone. L’agricoltura integrata è il primo passo per arrivare al bio. Infatti, l’Unione Europea sta andando in questa direzione perché ogni anno aumenta il numero di principi attivi chimici vietati nei trattamenti. Quindi, la scelta della strada da imboccare è già stata fatta e proseguirà anche in futuro”.

 

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