Carletto, Cia di Cuneo: “La stagione 2023 si presenta ancora con molte incertezze”

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Daniele Carletto, 44 anni, agrotecnico è presidente Cia della zona di Cuneo e dal 2016 gestisce i terreni di famiglia ai 950 metri di quota di Tetto Baricca, nel Comune di Robilante. Con lui ricordiamo i problemi che hanno dovuto affrontare lo scorso anno le aziende agricole insediate nell’area di cui è rappresentante. Afferma: “La stagione in montagna e nel Cuneese di pianura è stata incerta e complessa, con alti e bassi a seconda del tipo di prodotto. I rincari energetici e delle materie prime hanno generato un rialzo esponenziale delle spese di produzione, ma il prezzo di vendita delle colture non ha avuto dei ritocchi adeguati. I nostri costi non sono stati assorbiti e distribuiti lungo la filiera. Però, il consumatore ha dovuto pagare un forte rialzo dei prezzi perché gli altri anelli della catena hanno generato speculazioni, scaricando sugli agricoltori la responsabilità degli aumenti. Inoltre, abbiamo dovuto fare i conti con la devastante mancanza di acqua”.

La campagna 2023 è iniziata da alcuni mesi con i lavori primaverili.  Partendo dalla situazione produttiva del 2022, quali prospettive ci sono per le aziende agricole? “Dopo un’annata parecchio complessa, al momento diventa difficile fare delle previsioni. Sicuramente continua l’incertezza. La buona notizia è che le forti piogge delle ultime settimane non hanno provocato danni e contribuito alla ripartenza delle sorgenti e al ripristino delle falde acquifere”.

Restano delle questioni aperte? “Preoccupa la possibilità che si formino di nuovo delle bolle speculative, come lo scorso anno. Per cui, all’agricoltore il prodotto viene pagato poco e il consumatore lo trova sugli scaffali a prezzi decisamente alti. Una situazione da riequilibrare. E su questo è necessaria una vigilanza da parte delle autorità competenti”.

Il suo giudizio sul nuovo Sviluppo Rurale promosso dalla Regione? “Nel complesso è positivo. Ad esempio il bando per l’uso efficiente dell’acqua, in particolare per la costruzione degli invasi aziendali, può essere di aiuto. Bisogna vedere quanto sia applicabile nelle Terre Alte”.

Altri aspetti? “Durante l’incontro che Cia ha avuto con l’assessore regionale Carosso è stato chiesto di prestare maggiore attenzione alla castanicoltura di collina e di montagna, dimenticata nella precedente programmazione. L’augurio è che questa volta si possa raggiungere l’obiettivo, soprattutto per quanto riguarda il finanziamento delle costose potature. Inoltre, le aziende agricole insediate nelle Terre Alte devono poter partecipare ai bandi forestali anche se, avendo castagneti o altre superfici destinate a bosco, non producono legna. In entrambi i casi, però, svolgono comunque un’opera fondamentale di manutenzione del territorio”.

 

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