Agli albesi non piace andare in bicicletta…

La denucia della Fiab: «Faticano a decollare i progetti per incentivare la mobilità sostenibile per andare a scuola e al lavoro». L’appello al Comune

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E’ importante incentivare tra i ragazzi l’utilizzo della bicicletta

«Non decollano ad Alba i progetti per incentivare la mobilità sostenibile. Le iniziative come “Biketoschool” e “Biketowork” per incentivare studenti e pendolari ad andare a scuola e al lavoro in bicicletta si scontrano con l’indifferenza di molti istituti scolastici, delle aziende e dello stesso Comune,  e anche le piste ciclabili restano scarsamente utilizzate».

 

E’ la denuncia lanciata dall’associazione albese Fiab Salinbici, da sette anni impegnata sul territorio di Langhe e Roero per promuovere l’utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto ad uso quotidiano in città per un reale e concreto sviluppo di mobilità sostenibile, concetto – come sottolinea l’associazione – ancora non compreso nella sua potenzialità dalle amministrazioni locali. Eppure, i vantaggi da un maggiore utilizzo delle biciclette sarebbero evidenti per tutti. Meno traffico, meno inquinamento, senza dimenticare i benefici per la salute derivanti dall’attività fisica.

Ma davvero gli albesi non amano la bicicletta? A rispondere è Elisabetta Brovia, segretaria di Fiab Salinbici: «La realtà che vediamo, dopo anni di progetti di sensibilizzazione, è davvero deludente. Noi, come associazione, possiamo dare lo spunto, mettere a disposizione le nostre conoscenze, ma poi devono essere le scuole a muoversi, e naturalmente il Comune. Tutti fanno promesse, tutti elogiano la mobilità sostenibile, ma poi in concreto si fa davvero ben poco».

Il progetto Biketoschool, ad esempio, avrebbe dovuto aggiungersi a quello del Piedibus, che riscuote un ottimo successo, e incentivare l’utilizzo della bici da parte dei ragazzi per andare a scuola. Lo scorso anno era stato fatto un tentativo sperimentale con la scuola Rodari, ogni ultimo venerdì del mese. Quest’anno – almeno per ora – nemmeno questo progetto è ancora partito. «Purtroppo – spiega ancora Elisabetta Brovia – l’entusiasmo dei ragazzi, che sarebbero ben felici di muoversi con maggiore autonomia, si scontra con la paura, spesso eccessiva, dei genitori. Se potessero accompagnerebbero i figli in auto fin dentro le aule. Noi possiamo fare un’opera di educazione e sensibilizzazione nei loro confronti, ma è il Comune che dovrebbe muoversi, concretamente e non solo a parole. Ad esempio realizzando fasce di protezione e corridoi sicuri nei tratti verso le scuole, non accessibili alle auto, oltre a parcheggi per le biciclette davanti ad ogni istituto».

Incentivare le persone a lasciare l’auto a casa e andare al lavoro in bici è, se possibile, ancora più difficile. Ammettiamolo, con poche eccezioni siamo un popolo di pigri. «Anche in questo caso – spiega ancora la segretaria di Fiab Salinbici – l’unica strada potrebbe essere quella degli incentivi economici. E’  un progetto che altre città hanno già avviato con successo e che prevede il coinvolgimento del Comune e delle aziende del territorio attraverso una serie di convenzioni e apposite applicazioni sulle biciclette, che si traduce in incentivi direttamente in busta paga per chi lascia l’auto in garage, prediligendo la biciletta o anche il monopattino, un mezzo che noi sosteniamo, purché utilizzato nel rispetto del Codice della Strada».

Insomma, la strada che Alba e gli albesi devono ancora fare in direzione di uno sviluppo sostenibile della mobilità è davvero ancora tanta. Da dove si può partire? Dalla cosa più semplice del mondo. «Domani – conclude Elisabetta – per andare a scuola, al lavoro, a trovare un amico o a fare la spesa lasciate a casa l’auto a inforcate la bicicletta». Facile no?   

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