A Verduno un progetto a sostegno dei malati oncologici e delle loro famiglie

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La dottoressa Cinzia Ortega con Mario Traina, Alessandro Mastroianni, Luigi Aloi e Daniele Saglietti

Ogni volta che un tumore colpisce una persona, in breve tempo, le implicazioni conseguenti alla malattia impatteranno fatalmente su tutte le persone più vicine al malato. In questo modo, per la natura stessa della patologia, il tumore coinvolge in prima battuta la famiglia della persona che viene presa in carico per la diagnosi, le terapie e il follow-up successivo. Non tutte le famiglie reagiranno allo stesso modo di fronte alla sfida rappresentata dalla malattia.

Ci sono molti fattori che entrano in gioco di fronte all’emergenza improvvisa che si genera a fronte della diagnosi di un tumore: la difficoltà di accettare la sfida, la preoccupazione per il destino di una persona cara, i dubbi sulla capacità di saper fronteggiare le difficoltà, la paura che da sempre si associa alla diagnosi della malattia, l’incertezza per i cambiamenti radicali che questa porterà negli equilibri e nei rapporti interfamigliari. L’osservazione e la ricerca hanno fatto emergere il concetto, relativamente a questi fattori, di “famiglie fragili” e della necessità di proteggerle in modo adeguato perché possano affrontare nel modo più funzionale una prova tanto impegnativa.

L’Asl CN 2, in questa direzione, ha elaborato e presentato ufficialmente presso l’ospedale di Verduno il “Progetto Protezione Famiglie Fragili” che consentirà di costruire un servizio di accoglienza e di risposta nei confronti dei bisogni psicologici, assistenziali e sociali per le famiglie che si trovano ad affrontare la malattia oncologica in presenza di caratteristiche che possono determinare maggiori vulnerabilità. «Individuati i pazienti e le famiglie fragili – ha sottolineato la dottoressa Maria Grazia Ciofani – il nostro progetto punta alla realizzazione di una rete di supporti sanitari, assistenziali, psicologici e sociali. In questo modo saranno realizzate le condizioni migliori affinché il paziente possa aderire nel modo migliore alle terapie previste e, al tempo stesso, per ridurre il rischio di destabilizzazione dell’ambiente famigliare che lo circonda e svolge il ruolo di “care giver” quotidiano».

Dopo un avvio penalizzato da uno sviluppo scarsamente omogeneo del progetto nella fase di attuazione territoriale, troppo focalizzata sul ruolo dei servizi sociali, nel 2019 è stato necessario provvedere alla costruzione di una rete territoriale dove concorrano più soggetti sanitari e assistenziali coinvolgendo un maggiore numero di soggetti con particolare riferimento al Terzo Settore. Per dare risposte utili in tempi brevi alla famiglie fragili l’Asl ha stipulato una convenzione con sede albese della Croce Rossa OdV che sarà capofila del progetto interagendo con l’equipe socio sanitaria al fine di ottimizzare le risorse e i tempi di risposta ai bisogni. La partenza del progetto è stata resa possibile grazie all’intervento (10mila euro) da parte della Rete Oncologica del Piemonte e le prossime tappe saranno finanziate anche attraverso idonei progetti di crowdfunding.

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