Tutti contro tutti nella caccia ai voti “decisivi” per il ballottaggio a Bra

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Mettiamo che vi siate candidati a sindaco e abbiate dichiarato di aver speso in campagna elettorale 10mila euro; mettiamo che al primo turno abbiate preso il 17%, non male ma non abbastanza per accedere al secondo: voi cosa fareste? Vi accontentereste di un seggio all’opposizione o cerchereste di mettere a frutto spesa e consensi puntando a un’alleanza di governo? Ecco, in questo dilemma si trova Sergio Panero, uscito dalle urne l’altra domenica come possibile ago della bilancia al ballottaggio del 9 giugno a Bra. O forse sarebbe meglio dire si trovava siccome la situazione negli ultimi giorni è cambiata assumendo toni anche un po’ imbarazzanti.

Al geometra 43enne già consigliere comunale di minoranza, terzo classificato il 26 maggio, entrambi i contendenti rimasti in gara, Gianni Fogliato del Pd con il 46,52% e la leghista Annalisa Genta con il 31,79%, hanno chiesto sostegno. Lui, valutate le offerte, ha risposto picche. Ma il Polo Civico, il raggruppamento localista moderato con cui Panero si era presentato al voto, si è spaccato. “Bra Domani”, la lista civica seconda per peso elettorale della coalizione, ha deciso di appoggiare Genta.

Ricapitoliamo. Venerdì sera Panero ha diffuso un comunicato a sua firma in cui riferiva degli incontri avuti con i maggiorenti di Genta (i quali avrebbero tentato di coinvolgere anche il M5S, 4° classificato con il 4,49%) e con Fogliato. Su questo fronte precisava di non aver «potuto prendere in considerazione le proposte per la differenza di idee» e «per la totale assenza di disponibilità alla revisione del programma», apparso in alcuni punti, come la nuova scuola in via Trento e Trieste, inconciliabile. Con l’altra contendente, invece, «le affinità programmatiche sono evidenti». Il tentativo d’intesa, però, sarebbe naufragato sul «categorico rifiuto dell’apparentamento» (l’ufficializzazione del­l’alleanza con i simboli riuniti sulla scheda). Una prospettiva indigesta alla Lega perché penalizzerebbe le possibilità di approdo in Comune di alcuni degli aspiranti consiglieri della sua e di altre liste collegate. Esse per legge sarebbero costrette a cedere spazio al nuovo venuto. Panero, quindi, concludeva: «Il Polo Civico guidato dal sottoscritto, mantenendo intatte coerenza e serietà che da sempre lo contraddistinguono, non sottoscriverà nessun accordo. I nostri elettori e i nostri candidati sceglieranno il sindaco che riterranno migliore per Bra».

Neppure 24 ore dopo il Polo Civico da «intatto» si è frantumato. “Bra Domani” ha inviato un suo comunicato in cui, ravvisando «un’importante occasione per cambiare finalmente pagina dopo 10 anni di amministrazione di sinistra», ufficializzava la svolta di cui sopra. «Maturata dopo importanti riflessioni e motivata dall’evidente vicinanza dei programmi elettorali» e dal «riconoscersi da sempre di Bra Domani nel centrodestra, che noi vorremmo contribuire a ricostruire più forte e più unito». Alla diffusione di tale scritto faceva seguito l’invio ai giornali di una fotografia che ritrae Davide Tripodi, capogruppo uscente della lista, stringere la mano a Genta sullo sfondo del municipio. Questo subito dopo che lo stesso Tripodi tramite la nota di “Bra Domani” aveva ringraziato Panero «per il suo impegno, esprimendo stima immutata nei suoi confronti», ma prendeva anche atto che lui avrebbe «lasciato piena libertà di scelta».

Da candidato in Regione con Cirio, l’uscita di Tripodi non stupisce. Ma il 5% di “Bra Domani” non stravolge gli equilibri del ballottaggio. Ammesso che i voti di una lista siano un pacchetto controllabile e che il resto del Polo Civico, magari solo per ribadire come il “liberi tutti” richiamato da Tripodi valga a 360°, non si orienti a sinistra.

In generale: richiami alla coerenza e disinvolte trattative trasversali che naufragano sui posti da spartire, altre che quagliano subito dopo tra scenari di ulteriori posti (l’eventuale apparentamento con Genta riporterebbe Tripodi in Consiglio anche in caso di sconfitta, la neutralità di Panero lo lascerebbe fuori). E’ così che si conquistano gli elettori? Lo sapremo domenica.

Voto 2, la vendetta?

Se la politica fosse una scienza esatta (e se la legge elettorale fosse meno complicata), Annalisa Genta avrebbe una sola strada per tentare di superare Gianni Fogliato: l’apparentamento con il terzo arrivato, Sergio Panero. Al suo tesoretto di voti aspirano in realtà entrambi i contendenti, tanto che alcuni militanti del centrosinistra – di quello che ai tempi si chiamava “lo zoccolo duro” – hanno espresso sconcerto per l’avere i loro referenti accettato di incontrare l’avversario: mostrando così una sensibilità persino eccessiva, dimentica sia dei principi della Realpolitik sia del carattere del loro candidato, uno che la porta in faccia non la sbatterà mai a nessuno. Gli incontri come noto si sono conclusi con un nulla di fatto, ma la mossa a sorpresa di Tripodi, che 24 ore dopo l’annuncio di Panero della doppia “fumata nera” (niente accordi, né con l’uno né con l’altra) ha diffuso un comunicato di sostegno a Genta, potrebbe riaprire i giochi. Intanto è da vedere se il sostegno si trasformerà in un apparentamento, che avrebbe conseguenze sulla spartizione dei seggi, penalizzando le liste del centrodestra “ufficiale” e (secondo un’interpretazione della “lunare” legge elettorale) consentendo a Tripodi di entrare comunque in Consiglio. In tal caso non è da escludere che, a mo’ di vendetta per il brutto tiro giocatogli dal suo ex capogruppo (sempre che non si tratti di una rottura combinata), Panero si pronunci a favore di Fogliato. Con sommo scandalo degli “zoccoli duri” di entrambi gli schieramenti, che per stigmatizzare l’inciucio potrebbero decidere di andarsene al mare. Tentazione peraltro diffusa anche nell’elettorato più agnostico, a conferma di una certa insofferenza per il teatrino spesso incomprensibile della politica. Senza contare che nessuno può giurare sulla continuità di voto tra il primo e il secondo turno: ci saranno sicuramente travasi di consensi tra l’una e l’altra coalizione, a prescindere da apparentamenti e accordi.

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