Se io fossi Putin…

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Fa discutere in questi giorni la presa di posizione del Papa, che in un’intervista ha invitato gli ucraini ad issare bandiera bianca, per poter avviare un proficuo colloquio di pace con i Russi. Qualche giorno più tardi è stato il cardinale Parolin, a chiarire come anche i Russi dovrebbero fare altrettanto. Insomma la diplomazia del Vaticano ha abbandonato la preghiera, assumendo un ruolo attivo, che si concretizza sostanzialmente nella politica del “passo indietro”.

 

È chiaro che in ogni guerra c’è sempre un vincitore ed un vinto, ma siamo sicuri che oggi, una delle due parti sia disponibile ad accogliere la proposta della Santa Sede? Lo so questo è un ragionamento molto più grande di me, sicuramente non sono in possesso di tutti gli elementi per poter giudicare. Ma per un attimo provo a mettermi nei panni dei due contendenti, cercando un’improbabile soluzione. Dopo due anni di difesa strenua, chiedere a me, Volodymyr Zelensky, di fare un passo indietro significherebbe rendere inutili tutti gli sforzi fin qui compiuti per difendere l’integrità territoriale, che hanno portato ad un dolorosissimo obolo di vite umane.

E se fossi Ucraino cosa ne penserei? Sarei così contento di sapere che un 20% territorio del mio Paese è finito in mano ai russi e, firmata l’ipotetica pace, vivrei comunque sotto la mannaia di una futura e probabile nuova impresa di Putin? In un sussulto di orgoglio, probabilmente direi: meglio morto che soggiogato. Passiamo dall’altra parte e purtroppo faccio fatica ad immedesimarmi nei Russi, perché probabilmente non sarei informato fino in fondo su cosa stia succedendo a pochi passi da casa mia, ma soprattutto saprei che se dovessi mai prendere una posizione contraria al regime potrei finire (per ben che vada) in Siberia, o ammazzato, così come avviene per buona parte dei dissidenti. E se fossi Putin? Tra propaganda e pensiero effettivo del dittatore c’è un filo sottilissimo. La valigetta nucleare che porto sempre con me, conferma che non mi farei problemi a pigiare il bottone rosso. Fossi in lui, mi sentirei come uno scorpione circondato dalle fiamme, disposto a fare tutto, senza più nulla da perdere. Insomma, da qualunque parte si affronti la questione, si arriva un’unica conclusione: un futuro di pace è al momento una mera utopia.

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