Scuola sequestrata a Santo Stefano Roero: monta la rabbia dei genitori

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L’immobile della scuola, sequestrato dalla Guardia di Finanza

SANTO STEFANO ROERO – Nella paradossale situazione creata attorno alle scuole di Santo Stefano Roero – sequestrate dalla Guardia di Finanza di Cuneo a seguito di irregolarità progettuali: il tutto, in un Comune commissariato e con l’ex sindaco Renato Maiolo posto agli arresti domiciliari- ci sono da rilevare le sensazioni di chi sta vivendo questa situazione dal di dentro.

A partire da coloro che hanno vissuto in diretta l’istante della messa in sequestro: ossia, operatori e utenti partecipanti all’edizione annuale di Estate Bimbi. 28 giovanissimi di età compresa tra i 3 e i 6 anni, precisamente: che, nel giro di mezz’ora, hanno dovuto sgomberare la zona, dovendo traslocare moltissimi materiali utilizzati per le attività. «Ci siamo spostati in fretta e furia presso alcuni locali della parrocchia -raccontano ora i referenti- grazie al supporto di Don Paolo Marenco e all’aiuto tempestivo di alcuni volontari. E’ stata una situazione surreale e molto spiacevole, soprattutto per i bambini». C’è stata anche la constatazione da parte del prof. Piermario Demichelis, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo di Montà, cui il plesso sanstefanese dipende: «Il sequestro è collegato all’operazione Feudo. Dalle indagini sembrano esserci irregolarità progettuali sugli ultimi lavori di sistemazione e contenimento della scarpata sotto l’edificio».

E, infine, l’opinione della società civile: dallo stupore raccolto a partire dalla prima battuta sui social networks espressa dal signor Serra, che abita proprio lì di fianco («siamo alla frutta», scrisse, in modo eloquente: per annunciare una notizia passata dall’informale all’informale con il passare delle ore, tra incredulità e sdegno), a quella di chi, questo stravolgimento, lo vive dall’interno, sulla propria pelle. Ossia, i genitori degli 80 bambini che frequentano la scuola del paese. Nelle scorse sere, c’è stata una riunione informale al di fuori del plesso, insieme allo stesso dirigente scolastico: tutti sulla stessa linea per capire cosa succederà. A nome dei papà e delle mamme, c’è la voce della delegata Manuela Muratorio: «Vorremmo avere delle risposte, perché la ripresa delle lezioni è vicinissima e occorrono soluzioni. Sappiamo che c’è chi si sta dando da fare per trovare locali alternativi, comprendiamo anche i tempi della burocrazia, ci sono stati riferiti i problemi tecnici riguardo a questa scuola, ai lavori svolti negli ultimi anni: ma vogliamo capire dove andranno a lezione i ragazzi da settembre. Poniamo questa domanda alle istituzioni, ci servono risposte, perché qui sorge un problema di quotidianità, di tempi, di famiglia e vorremmo che tutti se ne possano rendere conto». Infine, il gruppo “Vivi Santo Stefano” che già da tempo ha annunciato di voler partecipare alle elezioni comunali del prossimo autunno. Al di là dello scoramento, il sodalizio capitanato da Giuseppina Facco ha inoltrato al Commissario Prefettizio una serie di delucidazioni circa la ripresa delle lezioni: «La scuola è un elemento fondamentale per un piccolo paese come il nostro, per le relazioni fra le persone e per il benessere di tutta la comunità. Il trend delle iscrizioni alla scuola di Santo Stefano Roero era, da alcuni anni, in crescita, sintomo di una realtà in grado di garantire una qualità di istruzione elevata ed un’ottima vivibilità, essenziale per la serenità dei bimbi. Non vorremmo che gli ultimi eventi e le loro conseguenze invertissero questo trend, con il rischio reale di chiusura definitiva della scuola, in mancanza del numero minimo di iscritti. Questa sarebbe una grave perdita per tutto il paese». Il tutto, in una disgregazione strutturale sempre più manifesta – anche se non improvvisa: il tema era emerso in un Consiglio comunale del 2016, ma bruscamente troncato – e che riguarda diverse strutture comunali. E il gruppo di candidati, a quanto sembra, ne è stato edotto: «Ad esempio, pare che il Palarocche non abbia l’agibilità. Nella nostra idea di governo partecipato, con una forte spinta alle attività sociali, le infrastrutture comunali potevano e dovevano essere un buon elemento di ripartenza, ma anche su questo punto dovremo fare i conti con una situazione che non è quella che sembra».

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