Possibile recessione nel primo trimestre 2023, nel cuneese stabile l’occupazione e buone previsioni export

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Nelle prime due settimane di dicembre, l’indagine congiunturale realizzata dalle territoriali piemontesi del Sistema Confindustria ha raccolto le valutazioni di 1.000 aziende, circa 300 delle quali associate a Confindustria Cuneo. Il quadro complessivo genera una previsione per il primo trimestre 2023 dai toni chiaro-scuri. L’analisi, a cura del Centro Studi di via Bersezio, evidenzia il timore diffuso di un forte rallentamento del ciclo economico, nonostante il graduale calo dei prezzi delle commodity nei mercati internazionali e la lenta normalizzazione del trasporto internazionale di merci, dopo gli strascichi della pandemia.

I numeri evidenziano il protrarsi della situazione di generale sfiducia e incertezza, la parola d’ordine è cautela. Sono tanti i nodi da sciogliere, tra cui la possibile frenata degli Stati Uniti e la debole crescita della Cina, ancora alle prese con vincoli strutturali slegati dalla pandemia. Il Vecchio continente mantiene elementi positivi, grazie ad un robusto mercato del lavoro, la tenuta della domanda interna nonostante l’inflazione e le tensioni nel mercato del gas. Per questi motivi, i principali istituti prevedono una debole crescita del PIL e del commercio mondiale nel 2023 dopo i due trimestri di contrazione che hanno generato una recessione tecnica. Non sono presenti, tuttavia, elementi che possano indicare una criticità profonda.

«L’Italia – dichiara Mauro Gola, presidente Confindustria Cuneo – nel 2022 ha sorpreso in positivo più di altri Paesi. Alle negative previsioni di primavera ha fatto seguito una globale tenuta del sistema grazie ai consumi interni, vero traino nonostante l’inflazione. Occorre scongiurare il rischio legato alla temporaneità di alcuni fattori, in primis gli incentivi fiscali per l’edilizia. Una stabilità potrebbe di certo giungere dagli ingenti investimenti previsti dal Pnrr, purché vengano focalizzati sull’innovazione e sulla transizione delle nostre imprese oltre che sulla formazione delle risorse umane, non solo intese come lavoratori ma anche nel mondo della scuola. Importanti indicazioni giungeranno dalla Legge di Bilancio in approvazione, cui dovrà far seguito grande impegno della macchina amministrativa, senza rallentamenti dovuti a shock esterni. In generale, dovrebbero esserci le condizioni per cui nei prossimi mesi il nostro Paese possa mantenere una performance relativamente buona. I rischi, ovviamente, non sono assenti».

La presentazione della manovra alle Camere, con un obiettivo di indebitamento per il 2023 del 4,5% del PIL in linea con le indicazioni del precedente Governo, sembra aver sciolto varie incertezze. In base alle più recenti previsioni, il debito su PIL dovrebbe crescere solo leggermente il prossimo anno, in parte grazie anche all’incremento dell’inflazione. Il PNRR potrebbe dare un importante contributo, con investimenti in aumento a oltre 40 miliardi rispetto ai 15 del 2022.

«I numeri di fine anno non sono del tutto incoraggianti – commenta Giuliana Cirio, direttore Confindustria Cuneo –, il rischio di una stagnazione non si può escludere. Dalla nostra abbiamo gli occupati che continuano a crescere ed il buon posizionamento nelle classifiche della sostenibilità, il tutto in attesa di una politica industriale nazionale degna di questo nome, riforme del fisco e pubblica amministrazione che ci traghettino nella modernità del Paese che meritiamo di essere. Gli imprenditori della Granda continuano ad essere infaticabile motore trainante di una società stanca e sfiduciata. Anche nel 2023 i nostri imprenditori faranno la loro parte alla grande, è nella loro natura il disegno ambizioso di nuovi obiettivi e il superamento del limite dell’ordinario, grazie all’ingegno e al duro lavoro».

A livello territoriale, Cuneo torna in territorio positivo con un +2%, il tutto grazie alla ripresa dell’export manifatturiero, alle continue buone performance dell’alimentare e del consistente rialzo del comparto servizi in cui terziario innovativo e logistica recitano il ruolo di protagonisti con saldi sui livelli di attività pari al +25%.

«Le imprese della Granda – commenta Elena Angaramo, responsabile del Centro Studi di Confindustria Cuneo – esprimono valutazioni in linea con quelle medie regionali. Come nel trimestre scorso, il settore manifatturiero mostra negatività negli indicatori anticipatori, fatta eccezione per l’occupazione. Le previsioni di export rimbalzano dal -7,7% al -1,5%: il saldo, seppur negativo, mostra un netto recupero rispetto a settembre. Elevato il tasso di utilizzo delle risorse e buona la propensione ad investire. I servizi mostrano una diffusa positività, ben marcata dagli ordinativi e dal saldo relativo ai livelli di attività. Continuano le buone performance nel settore alimentare dove gli indicatori sono tutti positivi».

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