L’ucraina di Bra: «Al mio Paese comincia a mancare tutto anche per i bambini»

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Zhanna Savenko, colonna dell’hockey Lorenzoni che sotto la Zizzola ha trovato una seconda patria e si è formata una famiglia: è intervenuta alla manifestazione contro la guerra svoltasi questa sera sulla piazza del Municipio

E’ stato quello di Zhanna Savenko, ucraina trapiantata a Bra dove ha trovato una patria adottiva e si è formata una famiglia, l’intervento che più ha commosso l’oltre centinaio di partecipanti, questa sera, alla manifestazione contro la guerra indetta da Comune, Scuola di Pace e Parrocchie di Bra. Si è svolta sulla piazza del Municipio, gli interventi pronunciati al microfono sullo scalone del Palazzo di città.
Savenko, una delle senatrici della blasonata squadra di hockey Lorenzoni, ha ringraziato «di cuore» tutti i presenti e portato la testimonianza dei parenti che vivono nel Paese invaso dai soldati mandati allo sbaraglio da Vladimir Putin, a sparare sui loro stessi fratelli. Con la voce rotta dal pianto ha proseguito: «Al telefono mi dicono che là sta finendo tutto, scarseggiano anche il cibo e i pannolini per i bambini, nelle nostre città sono crollate sotto le bombe russe perfino le costruzioni che avevano resistito ai tedeschi» nel 1943. Savenko si è detta in pena inoltre per «le amiche di Mosca, dove ho giocato tre anni». Il regime non permette ai cittadini russi di conoscere la verità di quello che Ugo Minini, dirigente Pd e marito dell’ex sindaco Bruna Sibille, ha definito «un conflitto che ha unito l’Europa».
Toccanti e urticanti per tante coscienze, prima erano state le parole di Iman Babakhali, giovane consigliera comunale figlia di immigrati nordafricani. Ha denunciato l’ipocrisia di chi oggi scopre il dramma dei profughi e dei rifugiati «dai capelli biondi e dagli occhi azzurri», ma fino a ieri si voltava dall’altra parte o accusava finzioni. Per tacere di quanti – financo nelle nostre Istituzioni – non solo auspicavano i respingimenti ai confini con i fili spinati, ma avrebbero voluto sparare ad altra umanità dolente in fuga dall’Asia e dall’Africa.
La manifestazione si era aperta sulle note di “Imagine”, l’inno pacifista di John Lennon, suonato ancora prima della messa con le intenzioni di papa Francesco per il primo giorno di Quaresima, celebrata a conclusione del sit-in nella vicina chiesa di Sant’Andrea.

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