La mostra internazionale L’Abbraccio. L’Eccezione di un gesto dal 31 luglio a Bossoloasco

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Bossolasco, paese delle rose e perla delle Langhe, dal 31 luglio al 5 settembre 2021 ospiterà negli spazi dell’ex Chiesa dei Battuti un’esposizione internazionale curata da Paola Travaglio e Gina Taddei per l’Associazione “Amici di Bossolasco per l’Arte” dal titolo “L’ABBRACCIO – L’eccezione di un gesto”. Il dialogo tra culture, ancora più urgente e necessario per esorcizzare l’isolamento imposto dalla tragedia della pandemia, trova la propria espressione nelle opere di più di quaranta artisti provenienti da diversi Paesi, simbolicamente uniti da pittura, illustrazione, scultura, fotografia, installazione e videoperformance in un unico grande abbraccio. Al folto numero di presenze italiane si aggiungono infatti artisti provenienti da Spagna, Regno Unito, Repubblica Ceca, Mozambico, Cuba e Stati Uniti. Si intende così ribadire il peso culturale e l’internazionalità di Bossolasco, che nel secolo scorso ha rappresentato un punto d’incontro per pittori, letterati e intellettuali aperti al mondo ed è ora sempre più meta di visitatori stranieri.

“Ci si abbraccia per ritrovarsi interi”, scriveva Alda Merini, ed è questo l’intento, l’auspicio e la sintesi dell’esposizione.

L’abbraccio è un gesto semplice, spontaneo e quotidiano, ma allo stesso tempo potente e terapeutico. È un gesto universale per esprimere amore, affetto, compassione, vicinanza, comprensione, per prendersi cura e includere l’altro, per avvolgere e lasciarsi avvolgere, per accogliere e abbandonarsi. Nella storia dell’arte questo tema iconografico, seppur non così consueto, è stato indagato nelle sue diverse sfaccettature: dall’abbraccio materno, tenero e intimo, a quello passionale, quasi carnale, a quello simbolico e mitologico.

Oggi, però, tutto è cambiato. Nel particolare periodo storico che stiamo vivendo, un gesto così consueto e familiare è infatti divenuto l’eccezione: nella “nuova normalità” non ci è permesso, non è consentito. Dobbiamo mantenerci distanti, non avvicinarci, non toccarci, e questa distanza ormai non è più soltanto fisica. Ha prodotto inevitabili cambiamenti a livello sociale e di relazione e comunicazione tra le persone. L’incontro, oggi, è virtuale e la vicinanza concessa dalle tecnologie della comunicazione non è altro che un’illusione: potenzialmente tutto è possibile, ma in realtà tutto ci è negato, tutto è lontano. Nell’epoca digitale, già molto prima della pandemia, stavamo diventando osservatori distanti e frettolosi dell’altro: ora forse faremo un passo indietro in una direzione più “umanistica” e saremo più attenti all’affettività, all’incontro, alle disposizioni dell’animo?

 

L’idea di questa mostra collettiva, che riunisce artisti provenienti da diversi Paesi, nasce dalla volontà di proporre una riflessione su questo cambiamento e su quel vuoto silenzioso, quell’attesa che tutti stiamo vivendo e che ci fa sentire come un’urgenza la vicinanza dell’altro. La mostra stessa vuole essere un “abbraccio globale”, uno sguardo di speranza verso il futuro che ci attende, come l’arte stessa salvifica e ristoratrice, spazio di incontro possibile.

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