Donna morta in ospedale con un femore rotto: “Autopsia non è valida”

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Se dovesse essere rinviato a giudizio, nel processo contro di lui non si potrà utilizzare l’esito dell’autopsia effettuata sul corpo della vittima; chiederà che venga dichiarato nullo trattandosi di un “accertamento tecnico irripetibile”, e appunto il suo rifacimento è stato inutile.

 

Così il legale di P. S., 37 anni, sull’esame autoptico per cui era stato riconvocato la settimana scorsa dopo la morte in ospedale a Verduno di A. M. B., 64 anni. Della prima autopsia eseguita venerdì 8 marzo, i carabinieri incaricati dalla Procura si sarebbero dimenticati di recapitare la notifica all’avvocato d’ufficio del figlio della scomparsa. Questi non ha quindi potuto inviare suoi consulenti. Assistettero solo quelli nominati dal legale dei tre medici (un anestesista e due ortopedici) che erano intervenuti chirurgicamente per ridurre la frattura di un femore della donna.

L’accusa ipotizzata nei loro confronti è omicidio colposo e per l’erede preterintenzionale. Gli inquirenti sospettano che la caduta in casa a Diano d’Alba, potrebbe essere stata provocata nel corso di una lite dal giovane uomo ancora residente con i genitori. L’indagine deve inoltre chiarire cosa accadde in sala operatoria. La paziente a quanto pare vi entrò non essendo in pericolo di vita, venne sedata e non ha più ripreso conoscenza.

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