Dal campo ai negozi il prezzo del pane cresce fino a 10 volte

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Dal grano trebbiato in campo al pane sugli scaffali della vendita al dettaglio, in Italia i prezzi aumentano anche di 10 volte a causa di speculazioni e distorsioni lungo le filiere. Ne fanno le spese i consumatori e gli agricoltori. A denunciarlo è la Coldiretti che accusa: la guerra ha di fatto moltiplicato manovre speculative e pratiche sleali sui prodotti alimentari, che vanno dai tentativi di ridurre la qualità dell’offerta alle etichette ingannevoli fino al taglio dei compensi riconosciuti ai produttori, al di sotto dei costi vivi che sostengono. Il risultato è che per ogni euro speso in negozio in alimentari freschi e trasformati, appena 15 centesimi vanno in media agli agricoltori, ma se si considerano i soli trasformati la remunerazione nelle campagne scende addirittura a 6 centesimi. Il pane è uno degli esempi più significativi. Un chilo di grano è pagato agli agricoltori intorno ai 35/40 centesimi e serve per produrre un chilo di pane che viene venduto ai consumatori a prezzi variabili dai più o meno 3 ai 5 euro a seconda delle città. L’incidenza del costo del grano sul prezzo del pane resta dunque marginale, circa il 10% in media.

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