Ci sarà tempo sino al prossimo 30 giugno, a Canale e Montà, per presentare le domande di indennità per la conservazione del patrimonio tartufigeno regionale. Si tratta di un’opportunità creata dalla Regione Piemonte, riportata in auge a partire dalla fine del 2019, e rivolta ai proprietari o possessori di terreni sui quali siano radicate piante produttrici di tartufo bianco d’Alba. Entrambi i Comuni vogliono fare la loro parte, in questa procedura: nel suo ruolo di rilievo per tutto ciò che concerne il prestigioso fungo ipogeo, in un territorio che vi è particolarmente vocato. Per tale ragione, i municipi si metteranno a disposizione per fornire la documentazione necessaria alla presentazione dell’istanza telematica: ponendo particolare attenzione nei confronti dei proprietari di terreni su cui sono presenti piante atte a favorire il nascere del tartufo bianco d’Alba, ossia pioppi, querce, tigli e carpini, salici e noccioli in particolare, secondo l’elenco stilato dalla Regione. Si rammenta sin da subito che alle domande di contributo dovrà essere allegata la copia di un documento di identità del richiedente e l’estratto di mappa catastale relativo alle particelle interessate. Successivamente alla richiesta, la Commissione comunale per l’agricoltura (insieme a due rappresentanti dell’associazione trifolau roerini e padroni di piante da tartufo) esaminerà le domande pervenute e le trasmetterà al Settore Politiche Agricole e Forestali della Regione.
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