Da Alba ai campi profughi in Polonia: Diario di viaggio dell’ultima missione a pochi chilometri dal confine ucraino

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La colonna di aiuto umanitario allestita da “Proteggere Insieme” per portare aiuto alla popolazione ucraina provata da quasi due mesi di guerra si è rimessa in moto lunedì 4 aprile per raggiungere il villaggio di Chotyniec, un comune nella contea di Jarosław della Polonia sud-orientale, 74 km a est della capitale regionale Rzeszów che era stata la meta della prima missione. Chotyniec si trova quasi al confine con l’Ucraina e, dal 2013, fa parte dell’Heritage Unesco per il fatto di ospitare alcune bellissime chiese del XVI secolo costruite interamente in legno senza l’uso di parti metalliche.

Il saluto del sindaco Al sindaco di Chotyniec, Krystyna Danuta Lopata, i cinque mezzi della colonna hanno consegnato circa 500 colli contenenti medicinali, materiale sanitario e per l’igiene personale, cibo a lunga conservazione e generi di prima necessità che consentiranno a Krystyna e alle volontarie che l’assistono nella sua opera di solidarietà, di proseguire nell’opera di accoglienza delle persone, quasi esclusivamente donne con bambini piccoli, che non senza pericolo attraversano la frontiera – qui distante circa duemila metri – per sfuggire alla guerra. Krystyne ha utilizzato i locali della palestra scolastica del villaggio, posta su due piani, per allestire un centinaio di posti letto che mette a disposizione di chi si presenta per chiedere accoglienza. In questo momento le persone ospiti sono un centinaio ma il numero oscilla in funzione dell’attività bellica e della localizzazione dei bombardamenti. L’incontro con le persone è stato particolarmente commovente: tutto viene condiviso, a partire dal pavimento della palestra, al cibo, alle medicine e sino ai quaderni dove i piccoli possono scrivere e disegnare. La cosa più straordinaria è comprendere come in mezzo a tanto dolore e incertezza per il proprio futuro ci sia ancora l’umanità e la forza per regalare un sorriso, un abbraccio o una lacrima a noi sconosciuti venuti da lontano.

Marina e Julia Nel pomeriggio la missione è proseguita alla volta della stazione ferroviaria di Przemysl, luogo reso celebre da tutte le televisioni del mondo che qui attendevano i primi profughi in arrivo da Leopoli, che dista solo 54 chilometri. La stazione è presidiata dalle Ong internazionali e dalla Caritas che offrono ai profughi accoglienza, conforto, cure e informazioni: tutti vengono aiutati secondo necessità. Qui, non senza qualche difficoltà, abbiamo recuperato Marina, medico di 36 anni, la figlia Julia e la gatta a squama di tartaruga che ha viaggiato con loro per proseguire alla volta dell’Italia. Una storia tra le tante che passano per questa stazione colpita da improvvisa celebrità. Ma questa ve la possiamo raccontare in prima persona.

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