Ceva ricorda e rende onore ai partigiani e civili fucilati nel ‘44

Il sindaco Bezzone: “La nostra libertà è frutto del loro sacrificio. Importante non dimenticare”. Garelli, direttore dell'Istituto storico della Resistenza, ha recitato l’orazione ufficiale

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CEVA – Durante la Cerimonia per l’80º anniversario delle fucilazioni di partigiani e civili sul Broglio, il sindaco Vincenzo Bezzone ha deposto una corona presso la lapide dedicata ai caduti in via Bocca.

 

Dopo il saluto del primo cittadino e l’orazione ufficiale di Gigi Garelli, direttore dell’Istituto storico della Resistenza, sono stati letti i nomi dei partigiani e dei civili fucilati: 42 nel periodo compreso tra marzo ‘44 e l’aprile 45.

La città ha così iniziato la giornata con l’alzabandiera, al canto dell’Inno di Mameli, interpretato dalla famosa cantante Barbara Uhl, accompagnata con strumentazione del consorte Manuel Cavagnoli. La corona deposta presso il monumento è stata scortata da Daniele Ghisolfi, figlio di Romolo, partigiano che fu tra i promotori dell’Edicola funeraria edificata al cimitero negli anni ‘50, per dare sepoltura ai partigiani cebani e da Sclavo Piergiorgio, figlio di Gentile, partigiano cebano che fu Presidente della Sezione Anpi di Ceva.

“Ceva – ha ricordato il primo cittadino – pagò un tributo altissimo durante l’occupazione tedesca, ma seppe resistere e combattere per quegli ideali di libertà che hanno contraddistinto la lotta di Resistenza. Proprio per questo il 21/4/2011 il presidente della Repubblica, con proprio decreto, ha insignito la città di Ceva della medaglia d’argento al Valore Civile. Noi abbiamo il dovere di ricordare quei fatti tragici, non solo per riconoscenza e rispetto di chi ha combattuto e di chi è caduto per la nostra libertà, ma soprattutto perché l’esercizio della memoria è un antidoto formidabile contro gli errori del passato”.

Nel suo rendere omaggio, il sindaco Bezzone era accompagnato dal vice sindaco Lorenzo Alliani – figlio di partigiano – dagli assessori Andrea Minazzo e Silvia Piccardo e dal consigliere Renato Casti, figlio di partigiano. Durante la cerimonia è stato ricordato il curato Don Filippo Bado, che assistette tutti i partigiani condannati alla fucilazione e sono state lette le sue parole ed una memoria, scritta il 15 marzo 1944 da uno dei suoi chierichetti che con lui assistette alle fucilazioni: Genio Gonella, padre di Giorgio Gonella, appassionato della storia di Ceva e sempre presente in queste manifestazioni dedicate alla Memoria.

L’orazione ufficiale è stata tenuta dal direttore dell’Istituto storico della Resistenza Garelli, che ha tracciato la storia dei tragici fatti, soffermandosi in maniera particolare sulla protesta delle donne cebane contro le fucilazioni del 19 marzo 1944. La cerimonia è stata organizzata, come ha detto il presidente Garelli, rivolgendosi ai giovani: “Non per sottolineare il dolore, ma per capire ed essere sentinella attive del tempo di oggi e di domani”.

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