Bezzone, sindaco di Ceva, “intervista” l’assessore regionale Icardi: “Presto pronto soccorso aperto H24”

Il nosocomio gode di ottima salute: potenziate le cure palliative, previsto stanziamento di circa 9 milioni per l’adeguamento antisismico e la realizzazione del nuovo ospedale di comunità

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CEVA – Sempre più spesso girano voci su un ridimensionamento, se non addirittura di una chiusura,  dell’ospedale di Regione San Bernardino a Ceva.

Per accertare se esiste un fondo di verità su questi allarmismi o sono solo parole dette senza conoscere i fatti – e soprattutto i numeri e le statistiche – il sindaco di Ceva Vincenzo Bezzone ha chiesto informazioni direttamente a Luigi Genesio Icardi, assessore regionale alla Sanità.

 

Sindaco Bezzone: “Interventi in sala operatoria, attività dei laboratori, chirurgia in day surgery: per ottimizzare la sanità è necessario raggiungere certi livelli di prestazione sia in termini di qualità che di quantità. Assessore Icardi, come sta l’ospedale di Ceva? Un ridimensionamento della struttura è ciò che temono di più i cebani ma anche i residenti delle vallate che hanno nel nosocomio di Regione San Bernardino il loro punto di riferimento sanitario per visite, ricoveri ed interventi.

 

Assessore Icardi: «L’ospedale di Ceva gode di ottima salute e svolge un ruolo fondamentale sul territorio, con attività di area medica, riabilitativa, chirurgica, un servizio dialisi e un Pronto Soccorso diurno. Durante la pandemia si è rivelato strategico nel ricovero esclusivo dei contagiati, così come nella successiva campagna vaccinale e nel soccorso salvavita ai dializzati della Liguria che non potevano più raggiungere i loro ospedali a causa dell’alluvione. Ora l’attività ospedaliera è ripresa a pieno ritmo, recuperando e superando i livelli pre-Covid. Nessun servizio è stato tagliato, anzi, ci sono state e ci saranno diverse implementazioni ambulatoriali e strutturali che consolidano il ruolo dell’ospedale sul territorio».

 

 B: Come si misura lo stato di salute dell’ospedale?

I: «Parlano i fatti. L’area chirurgica, tra gennaio e settembre 2023, ha fatto registrare 300 interventi in più (con un incremento del 18%) rispetto allo stesso periodo 2019, soprattutto nella chirurgia ambulatoriale complessa. Si conta un aumento di 700 giornate di degenza anche nella Medicina Fisica e Riabilitativa, che è strutturata con 22 posti letto ordinari e due in day hospital. Il reparto si è ultimamente dotato di tecnologia d’avanguardia, acquisita con i contributi di Fondazioni, associazioni e privati cittadini, oltreché con interventi a carico del bilancio aziendale. La Medicina Generale, con 25 posti letto a disposizione (di cui 5 di continuità assistenziale e 3 di gestione integrata con l’oncologia), oltre a gestire le patologie acute si interfaccia sia con le altre strutture dell’ospedale sia con la post-acuzie, con letti CAVS (continuità assistenziale a valenza sanitaria). Le giornate di degenza sono passate da 5.054 dei primi 3 trimestri 2019 a 5.745 (per i CAVS da 1.237 a 1.351). L’attività ambulatoriale connessa (pneumologia, fisiopatologia respiratoria, spirometria) è anch’essa cresciuta da 917 accessi a 1.130, mentre l’attività di ecocolordoppler è passata da 610 a 723 interventi.Le ore di attività annua degli ambulatori specialistici di Otorinolaringoiatria, Urologia e Dermatologia sono passate da 268 a 1.462 sempre nel periodo di riferimento gennaio/settembre 2019/2023. Senza contare che nel 2024 sono in attivazione ambulatori di geriatria e di post-ricovero. Nella gestione edilizia, oltre ad attività di manutenzione ordinaria e alla sostituzione dell’impianto di Dialisi, è previsto lo stanziamento di circa 9 milioni di euro per l’adeguamento antisismico della struttura e la realizzazione del nuovo ospedale di comunità».

 

 B: Anche l’utenza dell’ospedale Cebano lamenta liste di attese infinite, mancanza di medici sul 118 e la chiusura notturna del pronto soccorso. Come si possono risolvere questi problemi?

I: «Quello delle liste di attesa è un problema non di oggi ed interessa tutta Italia, e ora si è acuito per la carenza di medici. In Asl Cn1 ne mancano 66, nonostante siano stati espletati molti concorsi. Certo,anche la pandemia ha aggravato il problema, ma siamo riusciti a recuperare l’arretrato e la Regione ha immesso importanti risorse sia per incentivare il personale dipendente ad aumentare l’attività,sia attraverso il ricorso al privato convenzionato. In particolare, per ridurre le attese su Ceva abbiamo potenziato la Radiologia. Inoltre, il Servizio 118 garantisce una copertura dell’intera area: c’è un mezzo di soccorso avanzato con medico e infermiere di notte a Ceva, mentre la fascia diurna trova copertura a Garessio e in altri ambiti di supporto.

Il Pronto soccorso per ora è aperto dalle 8 alle 20, nella programmazione regionale lo manteniamo H24 e stiamo cercando di assumere personale proprio perché contiamo, nel prossimo futuro su un ampliamento dell’orario con apertura di ventiquattrore al giorno, sette giorni su sette».

Riflettendo su una visione di insieme del territorio, l’assessore Icardi sottolinea come: “Il territorio è presidiato: sia a Garessio, sia ad Ormea e Ceva. In quest’ultima realtà, in particolare, sono in servizio medici di medicina generale che hanno ancora molte disponibilità e dal 16 marzo, all’unico pediatra di Ceva se ne aggiungerà un altro. E anche nell’ambito delle cure palliative è in corso un potenziamento, su cui si lavora proprio in questi giorni».

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