Antispastico intestinale: come serve e quando utilizzarlo

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Sapete quante sono le persone che soffrono di disturbi gastro intestinali in Italia? Circa 1 su 3, un numero importante ma che non stupisce, a fronte di un fenomeno che ha valenza su scala planetaria e che appare una diretta conseguenza dello stile di vita della modernità.

La prevenzione è fondamentale e a confermarlo sono i medici specializzati in tali problematiche, come quelli dell’Associazione Italiana Gastroenterologi ed Endoscopisti Digestivi Ospedalieri (AIGO).

I consigli da loro proposti vertono da un lato sulla necessità di adottare una sana alimentazione, con pasti più leggeri, frequenti e regolari, dall’altro sono rivolti a una corretta informazione rispetto ai farmaci da utilizzare.

Vista la difficoltà a trattare simili patologie e l’ampio numero di prodotti in commercio, molti pazienti tendono a ricorrere al fai da te: qualcosa di potenzialmente pericoloso dal momento che può andare a peggiorare la sintomatologia, ancora di più nel lungo periodo.

I disturbi gastrointestinali non vanno mai sottovalutati, anche quando di lieve entità (ma non per questo poco fastidiosi) o molto comuni come nel caso del reflusso gastroesofageo.

In questo articolo cerchiamo anche noi di fare una corretta informazione, analizzando cos’è, a cosa serve e quando può essere indicato un farmaco come l’antispastico intestinale: se alla fine si valuta che possa essere utile, sono disponibili qui i migliori prodotti farmaceutici. Consigliamo, in ogni caso, di confrontarsi prima con un gastroenterologo, il medico specializzato in tali problematiche (a oggi molto variegate) e l’unico in grado di fare una valutazione precisa e puntale. Il medico di base, per quanto competente, può infatti non bastare.

Antispastico intestinale: che tipo di farmaco è

I farmaci antispastici, detti anche spasmolitici, sono formulazioni realizzate nell’ambito farmaceutico per trattare la presenza di spasmi che interessano la cosiddetta muscolatura liscia, soprattutto quella della parte gastrointestinale.

Vengono consigliati dal medico, sostanzialmente, a fronte di diverse manifestazioni che compaiono lungo la zona compresa tra stomaco e intestino, inclusa quella finale che interessa il tratto genitale e urinario.

Pertanto, sono richiedibili anche presso le farmacie online, in quanto non necessitano di obbligo di ricetta medica: diversamente non potrebbero essere reperiti sul web ma solo presso le realtà in presenza, questo secondo quanto disposto dalla legge italiana.

Il nostro consiglio è quello di leggere attentamente il foglietto illustrativo, disponibile anche su internet, e se non si è pratici di questo tipo di prodotti confrontarsi con un farmacista oltre che col proprio medico.

Qualcosa che è possibile fare con semplicità oggi, dal momento che presso le migliori realtà del web è solitamente disponibile un servizio clienti in grado di offrire le informazioni necessarie, in maniera da farsi un quadro ancora più esaustivo.

Per quali patologie è indicato un antispastico intestinale

Non tutti i disturbi del tratto intestinale richiedono l’utilizzo dei farmaci antispastici e allo stesso tempo non tutti i pazienti rispondono allo stesso modo: possono risultare molto utili come no.

Come mai? Perché in tali problematiche c’è una componente psicologica non indifferente e che può fare la differenza, anche come causa scatenante o nella cronicizzazione. Ecco perché capire come agire per stare meglio è fondamentale e allo stesso tempo non darsi subito per vinti: può volerci tempo per capire cosa funziona e cosa no.

Queste le patologie maggiormente trattate con le formulazioni antispastiche:

Calcoli renali.

Sindrome del colon irritabile.

La categoria degli antispastici intestinali è ampia e variegata. I principi con cui sono realizzati i singoli farmaci sono diversi e presentano altrettanti meccanismi d’azione.

Le differenze sono minime ma chi soffre di tali disturbi impara a comprenderlo presto: basta una minima divergenza tra un prodotto e l’altro a fare la differenza in senso positivo (o negativo).

Le tipologie di farmaci antispastici

Le formulazioni antispastiche si trovano disponibili secondo tre tipologie principali:

  • Antispastici muscarinici. Agiscono a livello gastrointestinale contrastando i ricettori di tipo muscarinico: i responsabili delle contrazioni muscolari presenti in questo tratto. Il loro uso è molto diffuso ma presenta diverse controindicazioni, non gravi eccezion fatta per la tachicardia. Gli effetti collaterali più comuni sono secchezza della mucosa intestinale, midriasi, sonnolenza e stipsi.
  • Antispastici che inibiscono le fosfodiesterasi. La composizione vede all’interno la papaverina o sostanze che ne imitano l’azione, arrivando a inibire l’enzima fosfodiesterasi che agisce nel tratto gastrointestinale. Tra gli effetti collaterali troviamo nausea, stipsi, vomito, vertigini, disturbi della vista.
  • Antispastici che agiscono come inibitori delle COMIT. Le COMIT sono enzimi che hanno la funzione di stimolare indirettamente i recettori adrenergici che risultano attivi nell’area tra stomaco e intestino. Queste formulazioni risultano molto interessanti dal momento che hanno effetti collaterali più contenuti rispetto alle altre tipologie: al massimo delle reazioni allergiche che possono svilupparsi nella cute.

Per concludere, la scelta dell’antispastico intestinale è qualcosa di complesso e non semplice.

La buona notizia è che la ricerca farmaceutica è attiva e permette di disporre di diverse soluzioni adatte alle caratteristiche della singola persona, a fronte di effetti collaterali sempre più contenuti: se non si riesce a individuare il prodotto giusto al primo tentativo non è di fatto un problema. E la medicina, è bene sempre tenerlo presente, non è una scienza di per sé precisa ed esatta.

 

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