ALBA – E’ trascorsa una settimana dalla tragedia ma nella comunità albese è ancora profondamente viva l’incredulità e il dolore di amici e conoscenti per la drammatica scomparsa di Valerio Pesce .
Residenti, negozianti e clienti ricordano Valerio come una persona gentile e disponibile, l’ingresso del negozio è coperto di fiori: segno dell’affetto che in tanti nutrono per Valerio della zona.
Valerio Pesce aveva rilevato 5 anni fa la gestione di una tabaccheria-ricevitoria sotto i portici di piazza Cristo Re angolo via Fornace Sorba ad Alba. Aiutato dalla compagna, s’era anche stabilito nella capitale delle Langhe in c.so Europa. Ma gli affari forse non andavano bene, il negozio chiuso dall’altra settimana e fino al 31/12 “per motivi di salute” – recita l’avviso sulla porta, e il giovane tornato da qualche giorno nella casa di famiglia. Qui, arresasi nel 2015 a un male incurabile la madre, era rimasto solo il padre.
Descritto dai condomini come persona di poche parole ma che mai aveva dato adito a problemi, lavorava da contabile all’Enotecnica, magazzino di prodotti per il settore vitivinicolo a Nizza Monferrato. Tocca ora alla Procura far luce sul movente dell’omicidio. Raptus o premeditazione? I rapporti tra i due erano degradati? E da cosa? Le ipotesi sono legate ai soldi, debiti forse anche di gioco, o a una malattia del figlio. Il padre in arresto all’ospedale viene piantonato a vista: è disperato e si teme tenti di nuovo il suicidio.