A Bra un battesimo all’epoca del covid

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Domenica scorsa, 25 ottobre, nella Chiesetta dedicata alla Vergine del Santo Rosario, in Bescurone, si è celebrata la consueta Santa Messa domenicale e, durante il rito, ha avuto luogo anche il battesimo di Giada, figlia di due giovani frequentatori della nostra comunità.

Nel più rigoroso rispetto delle norme anticovid in vigore al momento ossia con sanificazione delle mani, misurazione della temperatura e sistemazione in sedie opportunamente distanziate novantacinque persone hanno preso posto nel locale della chiesa appena ristrutturato e abbellito dal lavoro di un gruppo di volontari, capitanati dal dinamico Tom Cossolo.

Un’altra ventina di persona si sono sistemate su sedie predisposte all’esterno della Chiesetta sotto il porticato antistante ad essa.

Al di là delle limitazioni la cerimonia è stata particolarmente bella e commovente, soprattutto il momento del battesimo della bimba, vivace e sorridente.

Solo un piccolo comprensibile lamento di protesta si è avuto al momento in cui l’acqua benedetta, forse non troppo gradita, è scivolata sulla fronte di Giada, ma si è trattato solo di un attimo e dopo subito la bimba è tornata sorridere e a guardarsi intorno curiosa.

Molte sono state anche le foto scattate da un giovane fotografo, incaricato ad hoc, e da qualche presente con il proprio smartphone.

Al di là dei limiti imposti tangibile è stato il clima di affetto che la comunità ha saputo manifestare attorno alla piccola Giada e alla sua famiglia.

Lasciando la Chiesetta, a cerimonia ultimata, mi è passato per la mente un ultimo pensiero e mi sono immaginato una sera, fra quattro o cinque anni, Giada, seduta attorno a un tavolo, accanto ai suoi genitori, che sfoglierà l’album delle foto di famiglia, curiosa e divertita come sempre.

Quando però giungerà a quelle relative al suo battesimo, comincerà a sommergere di domande papà e mamma: “Perché così poca gente in chiesa? Perché tutti erano mascherati?”.

Allora toccherà a noi adulti raccontare a lei, come racconteremo ai tanti bambini suoi coetanei la brutta vicenda che abbiamo attraversato e che abbiamo (speriamo sia così) superato grazie ad un grande spirito di solidarietà reciproca e all’insegna del “tutti per uno, uno per tutti”.

Filippo Franciosi

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