VEZZA D’ALBA – Ieri 21 luglio alle ore 18, nel fresco locale della Confraternita di di San Bernardino, l’Amministrazione comunale ha presentato il progetto di messa in sicurezza del torrente Borbore. Progetto già inserito nel RENDIS( registro nazionale del dissesto idrogeologico) da anni ed ora finanziato con oltre 5.000.000.
Il progetto è stato redatto dall’ingegner Valter Peisino in collaborazione con il Politecnico di Torino.
Era stato chiesto dal Genio Civile di redarre un progetto completo che considerasse la criticità esondativa provocata dalla confluenza del rio Sanche, del Rio Valmaggiore con il Rio Gavel che a Borbore danno vita al Rio Borbore che prosegue la sua corsa verso il Tanaro. Il Nodo del Borbore, così è stato definito il punto di incontro dei tre corsi d’acqua, nel 1994 avevano causato l’allagamento della vallata e dell’abitato.
Un progetto difficile da realizzare perché ha dovuto tenere in conto dei numerosi tratti di intubazione inadeguata proprio nel cuore dell’ abitato. Quindi da una parte occorre rendere sicura la vita e la produttività della zona e dall’altra il rispetto e l’adeguamento agli attuali standard idrogeologici molto vincolanti.
Il progetto costituito da tre tratti funzionali è già stato affrontato nel tratto oltre al Nodo realizzando una imponente scogliera con un contributo già assegnato di 400.000 euro.
Ora si tratta di procedere con i lavori tenendo conto che il finanziamento del progetto dovrà essere adeguato ai RINCARI ormai all’ordine del giorno dei materiali.
L’ingegnere ha risposto alle numerose domande dei presenti, gli esercenti commerciali di Borbore, assicurando il massimo rispetto delle attività presenti. Naturalmente verranno concordati i tempi di realizzazione che li vede coinvolti.
È la l’unica vera possibilita’ per ridare alla valle Borbore la dovuta sicurezza e il ritrovato sviluppo economico. È stato approvato l’esecutivo che vedrà , si spera in tempi non lontano, il primo appalto dei lavori previsti dalla parte terminale a salire verso il Nodo di Borbore. Ogni atto richiesto al comune è frutto concertazione del Ministero dell’Ambiente e della Regione Piemonte.