Un tesoretto da 3 milioni di euro per le risorse idriche delle Unioni Montane del Cuneese

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Un “tesoretto” di circa 3 milioni di euro. Le Unioni montane di tutta la provincia di Cuneo lo useranno per interventi alla rete degli acquedotti e per miglioramenti dell’approvvigionamento idrico. Le somme provengono dall’Ato4 Cuneese che gestisce i proventi del ciclo idrico integrato, cioè delle bollette e che, per statuto, destina questi soldi per azioni di tutela delle risorse idriche e di difesa dell’assetto idrogeologico del territorio montano. Nelle scorse settimane, la Conferenza dei rappresentanti territoriali dell’Ato4 Cuneese ha deciso che almeno il 30 per cento delle somme destinate alle Terre alte tramite le Unioni montane debbano essere usati per interventi di miglioramento degli acquedotti nelle vallate alpine, la parte del territorio più colpita dall’emergenza siccità in atto. L’Ato4 Cuneese trasferisce ogni anno ingenti stanziamenti per gli enti montani. Nel 2022 4 milioni 415 mila euro, nel 2023 4 milioni 615 mila euro. Un totale di oltre 9 milioni, di cui il 30 per cento è, appunto, 3 milioni.

 

“L’Ato4 Cuneese – dice il presidente Mauro Calderoni –grazie alle decisioni della Conferenza dove sono rappresentati tutti i territori e gli enti locali, si impegna per stanziare quante più risorse possibile per quella fascia della Granda più colpita dalla penuria di precipitazioni degli ultimi due anni, cioè i Comuni di montagna dove le sorgenti si esauriscono prima o più in fretta perché più superficiali, o dove sono a secco da tempo. L’indicazione alle Unioni montane è stata quella di individuare lavori che si possano avviare subito e che abbiano un impatto veloce ed immediato sull’approvvigionamento e sulla distribuzione di acqua, per dare risposte, in particolare, al più presto ai residenti delle valli alpine”.
Si tratta di un provvedimento straordinario deciso dall’Ato4 Cuneese attraverso i suoi rappresentanti per fronteggiare, anche in questo modo, l’emergenza siccità. In passato, infatti, le Unioni montane potevano usare la totalità delle somme ricavate dall’acqua anche per interventi di sistemazione del territorio, per strade, per altre opere pubbliche.

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