Un ritratto per i turisti? La curiosa proposta di un artista canalese

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Un ritratto come forma di benvenuto: un segno di accoglienza che fa rima con ispirazione, talento e cultura, e che davvero può essere un modo per far sì che le nostre colline siano un po’ come a immagine e somiglianza dei loro visitatori. E’ questa la proposta che parte da Gianni Pelassa: pittore e scultore canalese, classe ’76, con tutta una vita dedicata all’arte nella sua forma maiuscola. Laureato all’Accademia di Belle Arti di Torino e allievo del maestro Mario Caffaro-Rore, in questi giorni l’artista ha lanciato un appello: rivolto a chi, di incoming – pardon, ospitalità – ci vive per mestiere e vocazione. Cosa suggerisce Gianni Pelassa? «Un’idea che è nata in Langa: ma che potremmo fare anche nostra, cioè roerina: è quella di far trovare un ritratto realizzato a mano presso la camera della persona che ha prenotato il pernottamento in struttura alberghiera sul territorio». E’ una buona intuizione, e che potrebbe muoversi sul piano collettivo: un piccolo-grande circolo virtuoso tra chi ha l’arte nelle mani, e chi invece offre ricetto ai turisti. Anche perché: «La sorpresa è assicurata, e si aggiungerà all’emozione della vacanza.

Al ritorno, oltre il ricordo della bellezza del territorio, il turista si porterà a casa anche un pezzo artistico, espressione della potenzialità creativa della nostra gente». Una mano tesa, con i pennelli idealmente tra le dita: «Passo l’idea a chi offre ospitalità turistica e vuole colpire e meravigliare i clienti». L’augurio è che questa “mozione d’arte” possa trovare buon seguito: a partire da chi potrà direttamente accoglierla verso il suo padre canalese. E, magari, con suoi nuovi discepoli. Pelassa, del resto, non è nuovo all’impegno a favore della propria terra: tra la sua attività d’insegnamento nelle scuole, passando per i corsi organizzati negli anni nei paesi della Sinistra Tanaro (è in predicato di condurne uno, nuovo, sotto l’egida della Commissione Biblioteca, di cui è parte attiva), e sino alle tante missioni di sensibilità rivolte all’arte sacra. E’ cosa buona e puntuale ricordare, tra le altre opere, il dipinto ad olio su tavola raffigurante lo sposalizio di Maria e Giuseppe presso la chiesa parrocchiale di Barbaresco, il grande affresco dedicato alla figura dell’Addolorata nel Santuario della Madonna della Neve di Santo Stefano Belbo, il trittico raffigurante la Vergine con il Bambino tra San Bernardo di Chiaravalle e Beato Sebastiano Valfrè presso la cappella di San Bernardo a Guarene, oltre a sculture commissionate da enti ecclesiastici e civili. E nella capitale del pesco, il timpano della chiesa campestre del “suo” borgo di San Michele, una rappresentazione dell’Ultima Cena per lungo tempo esposta presso la Parrocchiale di San Vittore, le decorazioni mariane presso la strada di Mombirone Vecchio, giusto per citarne alcune. In questi giorni, l’artista sta perfezionando una rappresentazione scultorea tridimensionale della Sacra Sindone: poliedrica, proprio come lui.

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