Tra poche settimane sarà attiva la radioterapia del Michele e Pietro Ferrero

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VERDUNO – L’ospedale di Verduno sarà il solo presidio non situato in un capoluogo di provincia ad essere dotato di un acceleratore lineare

Veglio: “Un successo per tutto il territorio prodotto dalla sinergia tra pubblico e privato, tra le Asl di Alba Bra e la Cn1 di Cuneo e la collaborazione dei medici del S. Croce di Cuneo e del nostro nosocomio”

Ancora poche settimane e il servizio di radioterapia dell’ospedale unico di Verduno sarà pronto ad accogliere i primi pazienti dell’Asl Cn2. Giovedì 27 maggio la direzione dell’azienda ha fatto il punto della situazione con la stampa locale per poi accompagnare i giornalisti in visita al reparto, in gran parte già allestito, e alle attrezzature che saranno il cuore tecnologico del “bunker” delle alte energie costruito al secondo piano del presidio intitolato a Michele e Pietro Ferrero.

“In questo modo – ha sottolineato il direttore generale dell’Asl Massimo Veglio – possiamo considerare concluso anche l’ultimo cantiere ancora attivo in ospedale: avevamo ipotizzato il mese di luglio e penso che la previsione sarà rispettata. Per l’ospedale, ma soprattutto per il territorio, questo è un importantissimo successo in quanto è stato possibile inserire, come sollecitato dalla Conferenza dei Sindaci Asl, anche la nostra radioterapia nella rete regionale e quindi attivare uno strumento preziosissimo per i nostri pazienti e per il territorio. Il risultato è stato perseguito grazie all’ottima sinergia tra pubblico e privato (Fondazione CRC e Fondazione per Verduno) e alla collaborazione che si è attivata con i colleghi del S. Croce di Cuneo. La metodologia di lavoro si baserà si un gruppo di valutazione interdisciplinare al quale partecipano i radioterapisti insieme con i colleghi internisti, radiologi, chirurghi e, soprattutto, oncologi. Il loro lavoro in equipe consentirà le scelte migliori per affrontare i casi che si gioveranno della radioterapia senza più ricorrere a disagevoli trasferte”.

Sul piano pratico il servizio di radioterapia darà lavoro a una ventina di persone e potrà trattare oltre cento casi/anno con la prospettiva di incrementare molto la casistica già nel breve termine. Dal punto di vista operativo il blocco impegna una TAC di ultima generazione che sarà utilizzata per determinare l’area di trattamento che sarà circoscritta perfettamente entro l’ambito della lesione localizzato dalla tomografia. I dati saranno trasferiti all’acceleratore lineare, una macchina del valore di due milioni di euro acquistata dalla Fondazione per l’Ospedale di Verduno che rappresenta lo stato dell’arte e per dieci anni consentirà di lavorare al massimo della tecnologia. Il dialogo informatico tra le due macchine permetterà di irradiare con fasci di fotoni le aree di lesione anche tenendo conto degli atti respiratori del paziente per minimizzare ogni possibile rischio di difetto di collimazione tra l’energia irradiata e il suo bersaglio.

 

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