Tamponi posti liberi a gennaio. Sommerse di richieste le quattro farmacie albesi che eseguono il test

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Ad Alba sono attive nove farmacie: quattro di queste (Via Maestra, Internazionale, Piave, Divin Maestro) eseguono l’accertamento della presenza del Sars – Cov2 nella mucosa nasale – “tampone” per gli amici – e una sola (Internazionale) esegue la somministrazione del vaccino. In questo momento, nelle quattro farmacie che forniscono il servizio di diagnosi è impossibile trovare posto prima di metà dicembre e ci sono ottime possibilità che la situazione possa pure peggiorare.

«Forse i vostri lettori – ci dicono i farmacisti con cui abbiamo parlato – potrebbero non crederlo, ma ogni giorno ad Alba vengono richiesti 2.500 tamponi diagnostici. In media ogni farmacia ne esegue uno ogni cinque minuti, ma questo non basta a esaurire la richiesta e contenere le liste d’attesa. In questo momento è impossibile assegnare una prenotazione prima di metà gennaio». «In farmacia – ci spiega una dottoressa – abbiamo due linee e il telefono suona ogni quattro minuti e sempre per la prenotazione di tamponi. In pratica sta diventando impossibile procedere col nostro lavoro principale che è, o meglio, sarebbe quello di consegnare le prescrizioni e aiutare i clienti che chiedono consigli in merito a farmaci e terapie. Ogni tanto ho l’impressione che ci siamo trasformati nella segreteria di qualche assessore o ministro». «In pratica – riprende un collega – siamo tra la mazza e il cuneo: ci siamo resi disponibili per contribuire all’erogazione di un servizio alla popolazione in coerenza con quanto prevede la nostra deontologia professionale. Ma la realtà è che siamo in balia di un sistema affatto contenibile.

Per le persone il green pass è una specie di talismano a cui si accede attraverso il rito del tampone. A volte è difficile fare finta di nulla e fronteggiare richieste espresse con poca creanza, avanzando scuse, cercando di saltare la fila. Specialmente ci dispiace la continua richiesta di duplicati dello stesso documento che viene smarrito e le parole di chi ci accusa di inefficienza se il “pass” non arriva a tempo zero e stampato a colori. Noi abbiamo stampato 14mila fogli spendendo centinaia di euro per carta e inchiostro. Cosa di cui nessuno tiene conto… tanto voi farmacisti state bene».

E allora parliamo di soldi. Un tampone viene pagato 15 euro per un adulto e 8 euro per i bambini. Conviene o non conviene? «Per fare i conti – riassumono i nostri amici in camice bianco – non basta fare le moltiplicazioni. Bisogna sommare e tenere conto di tutto ciò che comporta il lavoro. In realtà – mettendo in colonna tutte le variabili – il risultato contabile è quello di un bagno di sangue. Ma non si lavora solo per il profitto. Diciamo che, a queste condizioni, non abbiamo una marginalità degna di menzione. Allo stesso modo però se le condizioni dovessero peggiorare siamo quasi tutti pronti a fermarci». E quanto viene pagata una vaccinazione? «Dodici euro – risponde il dottor Andrea Cornaglia – e quindi molto poco. Io riesco a farne una dozzina al giorno, a farmacia chiusa e quindi in regime di straordinario che, in quanto titolare, non “mi” pago. Mi sono ben presto reso conto che faccio da solo il lavoro che in un hub o in ospedale richiede sei addetti: mi occupo della registrazione, raccolgo l’anamnesi del paziente, preparo il vaccino, lo inietto, controllo la reazione, compilo il certificato di vaccinazione. La giornata di lavoro viene troppo lunga e pesante».

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