Sul completamento dell’At-Cn continuano soltanto… le polemiche

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Sull’Asti-Cuneo continuano… soltanto le polemiche. Ecco le ultime dai nostri politici.

Chiara Gribaudo del Pd ha inviato un comunicato in cui sostiene ci sia il rischio di non vedere mai più il completamento dell’autostrada atteso da lustri dal nostro territorio.

Scrive l’onorevole cuneese: «Dire no all’accordo di cross-financing raggiunto in sede europea dal ministro Delrio, significa dire addio ai 400 milioni di euro per finire l’Asti-Cuneo, significa mettere una pietra tombale su un’opera che i cuneesi attendono da più di 20 anni. Il Ministro Toninelli smentisca il prima possibile quanto riportato sul quotidiano “La Stampa”: se vuole fare la guerra ai concessionari autostradali non faccia pagare il conto ai cittadini della Granda. E se non vuole smentire, ci dica quando farà partire gare d’appalto e cantieri». L’articolo del quotidiano torinese sosteneva che il Governo M5S-Lega avrebbe intenzione di non utilizzare l’intesa sul cross-financing raggiunta in sede europea da Graziano Delrio, l’esponente democratico predecessore di Toninelli alle Infrastrutture. Un accordo che, a fronte di una proroga definita «breve» delle concessioni autostradali, prevedeva un’investimento per realizzare il tratto mancante della A33 tra Alba e Cherasco. «Soldi che adesso dovrebbero essere individuati immediatamente nelle casse dello Stato, anziché garantiti dal Gruppo Gavio» – prosegue Gribaudo. E accusa: «Da quasi 7 mesi Toninelli non risponde e porta avanti un vergognoso sgarbo istituzionale nei confronti del presidente del Piemonte Chiamparino, e da 4 mesi nei confronti dei sindaci di Cuneo, Alba e Bra che lo avevano incontrato a fine settembre. Depositerò un’interrogazione parlamentare per fare luce su questa vicenda. La verità è che Toninelli pensa di prendere in giro i cittadini e le imprese della Granda che non possono più aspettare, manda i deputati 5 Stelle a fare dichiarazioni ridicole sui social network mentre la Lega tace, se ne lava le mani e tradisce il territorio». Affonda il colpo: «Con il blocco di tutte le grandi opere questo Governo ha già portato l’Italia in recessione. Quattrocento milioni nel bilancio dello stato per finire l’Asti-Cuneo non ci sono, perché questa maggioranza ha speso tutto per fare quota 100 e reddito di cittadinanza. Toninelli si prenda la responsabilità di dirci se il Movimento 5 Stelle vuole chiudere per sempre la possibilità di veder conclusa quell’opera, o dove intende prendere quei soldi».

E’ intervenuto poi il parlamentare monregalese di Forza Italia, anche lui ex ministro degli Affari Regionali, Enrico Costa.  «Come volevasi dimostrare – attacca Costa –. Da mesi è  evidente che la Cuneo-Asti non riuscirà a trovare sbocchi se, per farvi fronte, si insisterà sulla proroga di un’altra concessione in mano al gestore. I pasdaran di questa soluzione non vogliono sentire ragioni, ma è evidente che la Cuneo-Asti dovrebbe essere conclusa senza oneri ulteriori (rispetto a quelli pattuiti in convenzione) per lo Stato, né in denaro né in natura. Toninelli abbia il coraggio di seguire questa strada, senza se e senza ma. Abbia la forza di uscire dall’impasse e intimare la ripresa dei lavori a costi invariati. Sulla Cuneo-Asti lo Stato ha già pagato abbastanza e il territorio ha già subito abbastanza, non è giusto essere costretti ad assistere ancora a questo tira e molla».

A Costa hanno replicato Giorgio Bertola, candidato presidente del Piemonte alle prossime amministrative per i 5 Stelle, e Mauro Campo, consigliere regionale pentastellato «Leggiamo con stupore – affermano –  le considerazioni di Costa e i suoi “consigli” al ministro Toninelli per risolvere l’impasse dell’A33 Asti – Cuneo. Costa dovrebbe sapere che non è possibile intimare nulla alla concessionaria in quanto non è più applicabile il contratto d’appalto precedente vista la cancellazione unilaterale di una parte del progetto fatta dal ministro Delrio nel 2016.  Pare inoltre evidente che non fosse possibile intimare alcunché neppure prima di tale cancellazione, quando ce lo si sarebbe aspettato, perché i ritardi nelle opere di realizzazione non erano imputabili alla società concessionaria ma a inadempienze degli enti pubblici. Come peraltro dichiarato in sede europea dal precedente Governo».

Concludono i “grillini”: «Il ministro Toninelli deve oggi sbrogliare l’aggrovigliata matassa lasciata in eredità da Governi di centrodestra e centrosinistra attraverso una faticosa trattativa mirata proprio ad evitare ulteriori costi per la collettività. Chi ha fatto parte degli esecutivi precedenti che il problema l’hanno causato, dovrebbe quantomeno avere l’onestà intellettuale di non esprimere valutazioni infondate e palesemente strumentali».

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