Stagionali: quale accoglienza? Denuncia del PD: «Lavoratori o schiavi? Le colpe anche della politica»

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Ogni anno, le campagne del saluzzese salgono alla ribalta della cronaca per le problematiche legate alla presenza di tanti migranti durante la stagione della raccolta della frutta. Non di rado si denunciano situazioni di sfruttamento, e spesso di condizioni di vita dei migranti al limite della decenza. E’ dunque importante che Alba faccia tesoro di questa lezione che ci arriva dalle Terre del Marchesato, per evitare analoghe problematiche con i lavoratori stagionali che arrivano da noi in occasione della vendemmia.

Accoglienza e sfruttamento sono stati i temi affrontati nel corso del dibattito promosso ad Alba in occasione della festa del Partito Democratico, dall’inequivocabile titolo: “Lavoratori o schiavi? L’apporto degli stranieri per le eccellenze del territorio”. Il dibattito è stato preceduto dalla proiezione del docufilm di Sandro Bozzolo “Siamo qui da vent’anni”, che narra storie reali di lavoratori appartenenti a comunità macedone, sikh, africana, romena e cinese. «E’ possibile produrre eccellenze andando a scapito di altre persone, fino addirittura al loro sfruttamento?». E’ il nodo della questione che il nostro territorio oggi sembra porsi e che ha riassunto durante l’introduzione all’incontro William Revello, segretario del Pd albese. Come ha spiegato Roger Davico, sindacalista e presidente della sezione di Cuneo dell’Associazione “Oltre le Frontiere”: «La situazione attuale dei lavoratori giunti in Langa per la vendemmia sta iniziando a cambiare rispetto agli scorsi anni: ora si fa formazione, corsi di italiano, corsi per migliorare la conoscenza della vite. Il primo passo per cercare una soluzione è non essere complici, notando che qualcosa non va. Spesso le condizioni alle quali i lavoratori stagionali nella nostra provincia vengono accolti non sono adeguate».

Per la giornalista Valentina Furlanetto di Radio 24, autrice del libro “Noi schiavisti”: «Ai lavoratori peraltro è precluso l’accesso a qualsiasi concorso pubblico perché privi di cittadinanza e spesso non rimane loro alternativa che accettare condizioni di sfruttamento». Come ha poi sottolineato nel suo intervento il consigliere regionale Maurizio Marello: «Vi è reale necessità di manodopera: da anni il 70% dei lavoratori in agricoltura è straniero e va predisposta un’accoglienza migliore per loro, ma fa comodo alla politica, così come agli imprenditori, non parlarne.

Crea imbarazzo constatare che, una delle aree più ricche d’Italia, Patrimonio dell’Umanità, con una buona immagine di accoglienza, nasconda un sistema non sempre etico. La politica deve fare la sua parte e mi sento di dire che in questi ultimi mesi l’ha fatto balbettando un po’. Anche la Regione deve fare il suo: nel 2016 il consigliere Paolo Alemanno ha predisposto una legge con l’obiettivo di offrire un’accoglienza dignitosa ai lavoratori, legge oggi sottoutilizzata. Il presidente del Consorzio Barolo-Barbaresco ha recentemente parlato di Carta Etica da sottoporre a firma degli imprenditori agricoli prima dell’adesione». Per Marello: «E’ essenziale modificare la Legge Bossi- Fini del 2002 in materia di migrazione, che produce irregolarità, delinquenza e insicurezza».

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