Sommariva del Bosco: ex casa Fascio, mistero sul suo stato (e su un appalto fatto e mai partito)

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Lo stabile in questione, di spicco in paese nel Ventennio fascista, già demaniale rivendicato al patrimonio civico, ospita tra l’altro la sede dell’Avis donatori sangue

SOMMARIVA DEL BOSCO – Nella sede Avis di Sommariva del Bosco piove dentro o no? Michelangelo Papaianni, responsabile della sezione dei donatori di sangue, afferma: «Non è vero niente quello che è stato scritto, la nostra sede è bella e invidiata, ce lo dicono i dottori dell’Asl. Non ha nessun problema, c’era solo una macchia sul soffitto sopra il bar ma è venuto un tecnico del Municipio e ha risolto tutto». Una versione che stride con quella ascoltata ancora nell’ultima seduta di Consiglio comunale, in cui si è tornati a discutere delle condizioni di questo stabile recentemente rivendicato dal Demanio al patrimonio civico.

Su nuova sollecitazione del gruppo di minoranza SdB+, che già a ottobre aveva segnalato in un’interpellanza il «verificarsi, nei giorni di pioggia, di gocciolamenti d’acqua persino sui lettini utilizzati per i prelievi», la Giunta del sindaco Marco Pedussia ha ripercorso l’iter dell’appalto assegnato ma mai partito per rifare il tetto di via Cavour n. 72, palazzotto che in paese ancora chiamano ex casa del Fascio. Il progetto (140mila euro di spesa stimata) risale a luglio 2021, l’affidamento alla ditta cheraschese Sam al 1° settembre successivo con procedura d’urgenza, senza gara, stante il riconoscimento – lo sancì la Giunta diretta già allora dal vicesindaco Pedussia, siccome il primo cittadino titolare Matteo Pessione era in malattia – di una «messa in sicurezza». Sono passati quasi 16 mesi ormai, che fine hanno fatto l’urgenza e la sicurezza? A ottobre Pedussia aveva risposto al “Corriere” che l’appalto sarebbe «decaduto» accusando una mancanza del commissario subentrato a poche settimane da quella delibera settembrina, dopo le dimissioni di Pessione. Il commissario non avrebbe chiesto «o comunque non è mai arrivato» il parere necessario ai cantieri, della Sovrintendenza competente.
Dalla Sam il geometra Gianmario Peperone dice che il «committente (il Comune ndr) ha reputato di non più svolgere i lavori. Ci avranno ripensato o avranno avuto altre cose, non ricordo di preciso, è passato tanto tempo. Di sicuro noi anche se assegnatari non possiamo obbligare a farci lavorare» per scongiurare «ripensamenti» simili «chiediamo anticipi, ma solo su commesse molto più importanti di questa».
Pedussia nello scorso Consiglio avrebbe ripetuto che, invece, il lavoro è da fare. La procedura burocratica per arrivare ai cantieri, parte di un’operazione di valorizzazione per cui per l’ex Fascio vagheggiava un futuro da Museo del miele, sarebbe tuttavia da riprendere da capo. L’Amministrazione avrebbe inoltre fornito in aula una versione diversa rispetto alla motivazione dell’urgenza formalizzata l’anno scorso. Questa sarebbe in realtà servita a rientrare nella scadenza del 15/09/2021 indicata per coprire la spesa con un contributo ministeriale, altrimenti – questo sì – a rischio di decadere. O meglio, di non essere più utilizzabile.
La minoranza di Sdb+ con il suo capogruppo Andrea Pedussia a questo punto pone un po’ di domande: «Quel contributo che fine ha fatto? E’ legittimo l’escamotage riferitoci per tentare di non perderlo? I prezzi in edilizia sono molto aumentati, basterà ancora o bisognerà trovare altri fondi (andando obbligatoriamente a gara se il preventivo superasse la soglia di legge dei 150mila euro)? Il parere alla Sovrintendenza non andava chiesto prima dell’appalto? L’immobile all’approvazione del progetto era ancora demaniale? E l’asserita «decadenza» dell’incarico pressante a Sam come è stata formalizzata?».
Inoltre se non soprattutto: davvero chi come gli avisini frequenta l’ex casa del Fascio (già tra l’altro Distretto servizi sociali e sportello Ascom) può stare tranquillo? Non sarà che l’ulteriore trascorrere del tempo e questa nevicata hanno peggiorato le condizioni della copertura, si ripresenteranno le macchie minimizzate da Papaianni o potrebbe accadere qualcosa di peggio?
Avremmo voluto chiederlo al sindaco Pedussia, ma ci ha liquidati dicendo che non rilascia dichiarazioni.

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