L’unicità del patrimonio gastronomico italiano si basa su prodotti locali, profondamente legati a storia e geografia dei territori e a filiere corte. Sono una risorsa, ma qual è lo stato di salute dei loro sistemi produttivi? L’Università degli studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo ha voluto rispondere con il progetto “Atlante delle Filiere –Analisi e prospettive per il rilancio delle filiere marginali sul territorio nazionale”. La ricerca, finanziata da Fondazione Cariplo e condotta in collaborazione con Slow Food, analizza lo stato di salute di filiere agricole marginali per supportare le attività di loro valorizzazione, lo sviluppo di nuove tutele e promozioni. Si tratta di 22 casi, dislocati in Italia settentrionale, che condividono la forte territorializzazione e localizzazione, con presenza di forme associative tra i produttori e/o marchi di tutela e garanzia. Tra queste, ad esempio, la rapa di Caprauna e la castagna essiccata nei tecci di Calizzano e di Murialdo sul confine tra il cuneese in Piemonte e la Liguria.
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