Se non ti rispetta non fa per te, prosegue in Consiglio regionale l’impegno contro la violenza sulle donne

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Una seduta aperta alla presenza del sottosegretario del Ministero dell’Interno, dei Questori delle province piemontesi, dei Garanti regionali dei detenuti e per l’Infanzia e l’adolescenza, dei principali rappresentanti delle’associazionismo e dei sindacati, per celebrare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. È quanto ha voluto organizzare il Consiglio regionale del Piemonte per dedicare  non solo un momento celebrativo per  le  troppe vittime di femminicidio e di abusi sessuali, fisici e psicologici, ma anche di riflessione su quelle che sono le cause che fanno nascere la violenza di genere, soprattutto in ambito domestico.

La violenza contro le donne avviene prevalentemente per mano di un uomo conosciuto dalla vittima: è infatti la violenza domestica, ossia quella esercitata da un partner, o ex partner, intimo, marito, convivente, fidanzato, la forma più frequente che la violenza di genere può assumere. Anche i dati italiani  confermano questa tendenza, rilevando come partner ed ex partner sono responsabili della quota più elevata di tutte le forme di violenza fisica e psicologica: dal 1° gennaio  al 7 novembre 2021 sono stati registrati 247 omicidi, con 103 vittime donne di cui 87 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 60 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner. Analizzando gli omicidi in generale si è registrato un lieve decremento nel 2021 (-2%) visto che sono passati da 265 a 252: si registra un lieve aumento delle vittime donne, passate da 100 a 103 (+3%). I dati su Torino  e provincia forniti dalla Questura di Torino, sono altrettanto preoccupanti: da gennaio a ottobre 2021 sono stati compiuti 18 omicidi di cui 7 femminicidi; atti persecutori 502, maltrattamenti in famiglia o contro i conviventi 699; le violenze sessuali 145.

“Negli ultimi anni  i progressi nelle politiche volte a ridurre la violenza sulle donne  sono stati significativi,  ma molto rimane ancora da fare. Spesso la violenza non è solo quella fisica, ma anche quella economica e psicologica”, dichiara Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale. A volte però le donne hanno la possibilità di rendersi conto da alcuni segnali inequivocabili dei rischi che possono correre con un certo tipo di uomini. Riconoscere la violenza vuol dire saper distinguere i gesti di amore e affetto da quelli violenti, vuol dire riconoscere a se stesse di essere incappate in una relazione sbagliata”.

Ivan Scalfarotto, sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno , nel portare i saluti del ministro Lamorgese, ha ricordato come la violenza di genere rappresenti una vera priorità. “Dobbiamo costruire il nostro ruolo e la nostra ripresa anche sul talento e la forza delle donne – ha ribadito nel suo intervento – su questo l’Italia ha ancora molto da fare. Parliamo ancora poco di  condivisione  dei pesi  e degli oneri della famiglia che devono ricadere su uomini e donne. Abbiamo ancora un tema culturale da affrontare, di schemi patriarcali ed educativi da superare. Pienezza di diritti  e parità deve partire dalla nostre case. Perché questo avvenga, dobbiamo fare in modo che le donne vivano in sicurezza, poiché i  numeri sono ancora scoraggianti. 109 omicidi su 247 hanno riguardato donne nel corso del 2021. Un’emergenza assoluta, anche dal punto di vista di ordine pubblico, parliamo di una donna uccisa ogni tre giorni. Come Ministero dell’Interno stiamo portando avanti  un lavoro che muove su due binari: evitare che avvengano ancora violenze sensibilizzando al tema  e dotare le forze dell’ordine della capacità di intercettare i primi segnali di pericolo, parlo dei reati spia che possono sfociare nell’omicidio”.

“Le violenze contro le donne rappresentano una piaga in costante espansione – spiega  l’assessore regionale al Welfare, Chiara Caucino –  in Italia una donna su tre nel corso della sua vita ha subito violenza. Solo nel 2020 le chiamate di aiuto al numero di pubblica utilità contro violenza e stalking sono aumentate del 79,5% rispetto all’anno precedente. Dato che aumenta ancora, drammaticamente, nel 2021. Come Regione, abbiamo rafforzato la rete dei Centri antiviolenza, sostenendo le case rifugio e numerose azioni di sensibilizzazione. Molto importante è la creazione dell’app “Erica” che permette una prevenzione attiva e che verrà presentata questo giovedì, 25 novembre, alle 14.30 a Palazzo Lascaris.  L’obiettivo deve essere quello di reprimere tali fenomeni, ma anche di educare, perché solo attraverso l’educazione al rispetto delle donne potremo davvero, un giorno, invertire la tendenza e far sì che la violenza di genere sia soltanto un brutto ricordo”.

“Accanto alla violenza sulla donna c’è spesso il dramma della violenza assistita da parte dei bambini – ha esordito l’assessore all’istruzione e al lavoro Elena Chiorino – Il primo cambiamento deve essere culturale, le istituzioni devono portare un messaggio fra le donne, spieg – ando che non ci sono donne sbagliate e nessuna deve giustificare la violenza subita né avere paura di denunciare. Anche la violenza psicologica, ad esempio sul lavoro, ha conseguenze importanti. Poi c’è il dramma dello sfruttamento del corpo della donna quando si parla di utero in affitto, anch’esso violenza abominevole sulla donna, con tremende conseguenze anche sulla psiche. Anche a livello giuridico ci vorrebbe la certezza della pena, senza concedere alcuna scorciatoia a chi si pente di simili abomini. Ogni giorno, e non solo in questa occasione celebrativa, è poi indispensabile che le istituzioni portino avanti il messaggio di sensibilizzazione. Un grazie va infine alle forze dell’ordine per l’importante servizio svolto e sottolineo l’a necessità di dotarle di sempre maggiori strumenti e mezzi per agire”.

“La violenza di genere va combattuta su entrambi i fronti: quello delle condotte illecite e quello culturale che molto spesso è all’origine dei comportamenti violenti. Per contrastare adeguatamente questo complesso fenomeno – puntualizza il Questore di Torino Vincenzo Ciarambino – la Polizia di Stato affianca alle attività che fanno capo alla Squadra Mobile e dall’Ufficio Minori della Divisione Polizia Anticrimine, un punto di ascolto avanzato nelle piazze e nei mercati delle zone delle città, composto da un’equipe multi disciplinare di operatori specializzati della Polizia di Stato e da personale dei servizi sociali e dei centri antiviolenza.  Qui è possibile effettuare segnalazioni di eventuali episodi di violenza o maltrattamenti che poi saranno sviluppati dagli uffici investigativi per informarne l’Autorità Giudiziaria o per attivare provvedimenti amministrativi finalizzati all’emissione della misura di prevenzione dell’ammonimento del Questore.” Nel corso del 2021, la Polizia di Stato, tramite la campagna  “Questo non è amore”, è venuta a contatto, in Torino e provincia, con circa 1500 cittadini. Fino ad oggi, dall’inizio dell’anno solare, sono stati adottati dal Questore di Torino 100 ammonimenti per violenza domestica.

“La polizia di Stato da 40 anni ha, all’interno dei suoi ranghi, numerose donne e dunque da tempo ormai ha sviluppato grande sensibilità al tema – ha dichiarato Paola Capozzi, vicequestore vicario, Questura di Cuneo – Fare un’analisi precisa dei dati vuol dire anche  creare strumenti per intervenire in maniera efficace. Al Questore è stata data la possibilità di fare interventi mirati per arginare questi fenomeni (ad esempio allontanamenti e ammonimenti) ma ciò che è importante è lavorare a 360 gradi su questi argomenti. La Polizia adotta come approccio, quello delle cinque  P : la prevenzione, la protezione, la punizione,   presa in carico della vittima, la promozione culturale”.

In segno di adesione alla Giornata del 25 Novembre,  Palazzo Lascaris resterà adornato con oggetti simbolici rossi: veli nel cortile d’onore, scarpette lungo lo scalone principale e una panchina che simboleggia il posto occupato da una donna che non c’è più, portata via dalla violenza. La facciata storica del Consiglio regionale verrà infine illuminata di rosso per tre sere, dal 23 al 25 novembre. Nelle vetrine dell’Urp di via Arsenale, saranno invece esposti gli scatti dei volti noti che hanno sostenuto le campagne di sensibilizzazione “Guarda in faccia il tuo dolore” e “La mia doppia faccia” a cura del Consiglio regionale.

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