Sciopero anche nel lockdown: domani per i metalmeccanici

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Un’immagine di repertorio di una manifestazione di operai della Fiom
I lavoratori metalmeccanici piemontesi – circa 150.000 – tornano a scioperare nonostante la crisi pandemica. Domani, giovedì 5 novembre, a un anno esatto dalla presentazione della piattaforma per il rinnovo del contratto scaduto da dieci mesi, incroceranno le braccia 4 ore nell’ambito dell’agitazione nazionale indetta da Fim, Fiom e Uilm. In tutte le province piemontesi ci saranno manifestazioni con iniziative davanti alle Unioni industriali, alle prefetture o alle aziende. Le ragioni della mobilitazione sono state illustrate, in una conferenza stampa on line, dai responsabili di Fim, Fiom e Uilm Piemonte, Tino Camerano, Giorgio Airaudo e Gianfranco Verdini.
«Se abbiamo diritto di andare a lavorare – ha detto Airaudo – abbiamo anche diritto a scioperare e a manifestare. Scioperiamo per il salario perché siamo l’unico Paese in Europa che non ha recuperato salario dal 2008, per l’occupazione e per la salute. Abbiamo fatto centinaia di assemblee in Piemonte, molto partecipate. Gli imprenditori lo sentiranno perché i lavoratori sciopereranno, sanno che c’è bisogno di fare sentire la loro voce». 
«I metalmeccanici hanno lavorato in momenti difficili consentendo di non chiudere le fabbriche. Non siamo interessati a prove di forza, a fare vedere i muscoli. Vogliamo tornare al tavolo, i lavoratori devono avere il contratto», ha aggiunto Verdini. 
«Le iniziative servono per dare un segnale forte al fronte imprenditoriale che vuole affossare il contratto. E’ necessario riprendere il negoziato con presupposti diversi, deve iniziare una trattativa vera», ha auspicato Camerano.

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