Savigliano: Terminato il restauro del palazzo tra corso Roma e via Frutteri

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Uno scorcio di Savigliano, nel cuore della città, ha cambiato volto. Sono stati smontati in questi giorni i ponteggi dal palazzo di corso Roma 111, angolo via Frutteri, sede del Consorzio Monviso Solidale. L’edificio è stato oggetto di lavori di riqualificazione energetica ed estetica.

 

Gli interventi sono stati realizzati da Oasi Giovani, proprietaria dello stabile che confina proprio con la sede del Centro educativo post-scolastico. L’ente ha usufruito dell’opportunità del Superbonus 110%, con lo sconto in fattura tramite la ditta “Opera srl”, esecutrice dei lavori.

Iniziato nel gennaio 2022, il cantiere ha riguardato sia l’aspetto energetico che estetico. 

Per quanto riguarda il primo, è stato realizzato il cappotto termico, sono stati sostituiti tutti i serramenti con materiali di ultima generazione ed è stata cambiata la caldaia.

«Interventi – spiega l’architetto Davide Sasia, progettista e direttore dei lavori – che hanno permesso all’immobile di salire di classe energetica. Prima i costi di gestione erano elevati, ora si spenderà di meno e si inquinerà di meno».

Riguardo la parte estetica, il palazzo (di fine anni ’50) è stato reso uniforme con gli altri edifici di quel tratto di corso Roma. «Potremmo definirlo un “restauro urbanistico” – aggiunge Sasia –. Con la realizzazione del cappotto è stata coperta la precedente facciata. A quel punto si è pensato di “mascherare” il palazzo nel contesto circostante: lesene, cornici e bugne che ripropongono ciò che c’è lì intorno».

Mancano ancora alcuni interventi di minima, come la zoccolatura, ma il cantiere può dirsi terminato.

«Un risultato finale soddisfacente – commenta il presidente di Oasi Giovani Gianfranco Saglione – come abbiamo rilevato dai commenti di molti saviglianesi. Si è trattato di un intervento rilevante, anche dal punto di vista economico, che ha unito due aspetti. Quelli del risparmio energetico e della cura ambientale da un lato, in cui il nostro ente crede fortemente, e quello dell’attenzione alla bellezza e al contesto urbanistico dall’altro, cosa tutt’altro che secondaria».

«Il nostro ente ha il dovere di preservare e conservare al meglio il patrimonio immobiliare acquisito nel corso dei secoli – conclude – e questo intervento lo testimonia».

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