Santo Stefano Roero: Appello a Roma per salvare il paese

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«La cittadinanza, in questo momento, ha bisogno di ripartire: non di vedersi prospettare un futuro di ristrettezze e di immobilità. I creditori sono tanti, ma è anche difficile capire chi è creditore “vero”. Abbiamo trovato tantissima confusione e nessuno a cui chiedere, perché non c’è personale, le documentazioni sono assenti o incomplete, e in parte solo ora tolte dallo stato di sequestro». Ha esordito così, venerdì sera’ nella confraternita di San Bernardino, Giuseppina Facco: sindaco di Santo Stefano Roero che, insieme con l’amministrazione civica insediata dallo scorso ottobre, ha voluto fare il punto sulla delicatissima situazione del Comune. Il piano di rientro prevede il ripianamento del debito in 13 o 15 anni al massimo delle tasse: ma non si può andare oltre i vent’anni. La cifra complessiva che “balla”, in questo momento, supera i 2 milioni di euro. Che fare? «Molti danno consigli, ma la situazione è più complessa. Non si possono “portare i libri in Prefettura”, è un’espressione che non sta scritta in nessuna legge. Esiste solo il dissesto finanziario: e non è detto che sia la soluzione di tutti i mali. Di certo, non possiamo passare il prossimo ventennio tra lacrime e sangue». Il Comune è in diretto contatto con Prefettura e Regione, oltre che con il Ministero dell’Interno, grazie all’aiuto del senatore Marco Perosino. «Pareva ci fosse la possibilità di ottenere “una tantum” il fondo di rotazione, che sta a 300 euro per ogni residente: ma poi abbiamo scoperto che era già stato richiesto ed erogato». Realismo, ma ancora tanta volontà di combattere: «Nonostante tutte queste difficoltà, continuiamo a lavorare, ringrazio tutti gli amministratori e chi ci sta dando una mano: e sogno un “Decreto Santo Stefano Roero” da Roma. La situazione è dura, e nessuno ha la bacchetta magica: ma sono certa che la popolazione abbia il diritto di sapere».

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