Ad agosto, quando demmo conto della richiesta di rinvio a giudizio, l’avvocato ne dava per scontato l’accoglimento: infatti da pochi giorni il Gup di Asti, Giorgio Morando, ha fissato al 19 giugno 2023 l’inizio del secondo processo penale a cui sarà sottoposto Renato Maiolo, 73 anni, già sindaco di Santo Stefano Roero. Il primo si aprirà il 7 dicembre prossimo e riguarderà gli esiti dell’inchiesta “Feudo” condotta dalla Guardia di Finanza su parte dei suoi tre mandati alla guida del Comune lasciato nel 2019 sull’orlo della bancarotta. Quello oggetto di questo articolo, invece, ha come capo d’imputazione maltrattamenti aggravati.
Presunta vittima un’impiegata del Municipio che secondo il pubblico ministero Simona Macciò sarebbe stata vessata dall’ex sindaco tra 2012 e 2019. Carichi di incombenze e scadenze insostenibili, insulti sistematici, trasferimenti d’ufficio, minacce e gesti sprezzanti come il gettare a terra le carte della sua scrivania: un quadro per cui l’Inail ha riconosciuto alla donna conseguenze psicologiche permanenti e un 12% d’invalidità lavorativa.
Maiolo rischia in caso di condanna dai 4 ai 9 anni. Il legale Roberto Ponzio, come per truffa allo Stato, turbata libertà degli incanti, falsità materiale e ideologica in atti pubblici, peculato, minacce e detenzione abusiva di armi contestate a Maiolo e altre 5 persone dalla Finanza, sostiene che il suo cliente dimostrerà in Tribunale correttezza di comportamento ed estraneità alle accuse.
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