Riscatto degli alloggi di edilizia popolare: il Consiglio comunale di Bra si spacca sulle nuove regole

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BRA – E’ stata la delibera più dibattuta del Consiglio comunale di Bra della settimana scorsa, quella sulla trasformazione da diritto di superficie a diritto di proprietà delle aree oggetto di piani di edilizia economica, le cosiddette case popolari. Per la maggioranza di centrosinistra che l’ha approvata compatta, agevolerà il riscatto di questi alloggi da parte di loro assegnatari interessati; per il centrodestra che l’ha avversata rischia di farli pagare di più e potrebbe prestarsi a contestazioni e ricorsi. Per questo Sergio Panero del Gruppo Civico aveva chiesto il ritiro della proposta della Giunta. Alla fine ha votato contro insieme ai tre colleghi della Lega, astenuto Davide Tripodi della lista alleata Bra Domani.

A difesa di legittimità, convenienza e opportunità di andare a rimuovere i vincoli ex articolo 35 della legge n. 865 del 1971 aggiornando le procedure finora in vigore sotto la Zizzola per questo genere di operazioni, sono intervenuti per la maggioranza l’assessore al­l’Urbanistica Anna Brizio e le esponenti del Pd Maria Milazzo e Marta Basso, con il tecnico specialista del Municipio, l’arch. Monica Perno e la segretaria Monica Basso. Panero ha ringraziato il conforto venuto da queste ultime, ma dichiarato che avrebbe preferito «per maggiore tutela di chi come me ha la responsabilità di decidere» un parere legale. Marco Ellena, capogruppo leghista, ha fatto notare che «nella complicata formula per calcolare il valore del bene da riscattare rientra anche l’aggiornamento del sedime di partenza», il terreno dove è sorto il palazzo. Da anni l’opposizione lamenta che a Bra le aree soggette a Imu pagano esageratamente rispetto alle quotazioni di mercato, e del tavolo di esperti che doveva riformare il prezziario comunale imponendo più congruità si sono perse le tracce. Anche il riferimento in delibera ai parametri in vigore a Roma «non va nella direzione di attenuare l’esborso dell’acquisto per i nostri cittadini braidesi, non romani e certamente non facoltosi» – ha concluso Ellena.

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