BRA – Dopo quasi 3 anni l’attesa è finita ma i contribuenti non possono esultare. Perché la commissione tecnica incaricata di revisionare i valori minimi, quelli su cui si calcola l’Imu dei terreni fabbricabili a Bra, ha concluso il suo lavoro laconicamente. Nella relazione alla Giunta comunale scrive che la «stagnazione del mercato non determina movimentazioni tali da poter essere considerate campione rappresentativo per la più complessa definizione di valori venali» dei beni. In buona sostanza: chi s’aspettava uno sconto di tassa resterà deluso. Specie se l’area in questione è per «piccoli lotti residenziali», che nonostante la crisi avrebbero mantenuto «pressoché costanti» le quotazioni. Mentre «incongruenze» – si legge sempre nella relazione, sono state rilevate sulle più grandi, oltre i 50mila mq. L’Amministrazione ha accolto le osservazioni e provveduto a deliberare i nuovi coefficienti per insediamenti abitativi introducendo una terza distinzione territoriale rispetto al passato: a centro e collina-periferia si aggiunge la semicentrale, ovunque i valori variano a seconda del coefficiente costruibile scritto sul Piano regolatore. Per i terreni da capannoni le cifre restano indistinte su tutto il territorio e vanno da 51,50 a 60 euro il metro quadro. Per commercio e terziario, da 67 a 85 euro. Gli aggiornamenti avranno valore dal 1° gennaio 2023.
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