Quarantanni fa lo scandalo del vino al metanolo. oggi finisce in tv

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Vi ricordate del vino al metanolo? Sono passati ormai quasi 40 anni da quello scandalo che colpì duramente il mondo enologico italiano. Da quel momento, tutto cambiò. La cultura del vino prese il sopravvento e tutte le aziende che sopravvissero a quella crisi, divennero più forti e consapevoli. Forse in molti avrebbero voluto dimenticare per sempre quel 1986 e nascondere in una cantina quella storia, che esplose fragorosa a Milano, ma si originò in quel di Narzole.

Fu proprio in quel comune che un giovane enotecnico (diplomato nel 1982) e suo padre decisero di creare un vino artificiale, aggiungendo alcol metilico anziché quello etilico. Ebbene quell’azione sconsiderata (ancora non sappiamo se davvero consapevole e forse non lo sapremo mai), portò alla messa in commercio di un prodotto venefico. Il metanolo, infatti, è un potentissimo e velenoso solvente industriale, contenuto in minime quantità anche nel vino, che se consumato in grandi quantità causa danni neurologici anche letali. Era il mese di marzo, quando arrivò il primo ricovero di persona con chiari sintomi di avvelenamento da metanolo. Il caso non fu isolato e in seguito alle indagini eseguite dal sostituto procuratore di Milano, Alberto Nobili, tutte le persone che manifestavano questi sintomi avevano consumato il medesimo vino. Alla fine furono 23 le vittime. Ma i danni permanenti alla vista e al sistema nervoso resero invalide decine di persone. Perché siamo ritornati su quei tragici fatti?

Semplicemente perché quella storia, che deve servire da monito per le nuove generazioni è finita nel nuovo podcast pubblicato da Spotify. La trasmissione, che manco a dirlo si intitola “Metanolo” ed è realizzata da Giulia Delogu, sarà suddivisa in più episodi (molti dei quali sono già disponibili gratuitamente sul grande network). Per i giovani che vorranno conoscere quella storia il consiglio è di ascoltare quel racconto on line.

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