Pronto soccorso di Bra: l’ospedale di Verduno sarà in grado di offrire una migliore assistenza

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BRA – «Non è possibile riaprire il Pronto Soccorso a Bra, semplicemente perché oggi manca l’ospedale. Per legge (vedasi DPR 14.1.97, DM 70/2015, DCR 616/2000 e successive modifiche e integrazioni), infatti, dietro ad ogni Pronto Soccorso devono esserci dei reparti operativi, come, ad esempio, Medicina, Radiologia, Anestesia, Chirurgia, che oggi, per effetto del trasferimento in corso a Verduno, non sono più presenti nella sede braidese.

Il piano di trasferimento dell’Asl Cn2 riguardante gli ospedali di Alba e Bra a Verduno prevede l’operatività del DEA a Verduno intorno alla metà di luglio, vale a dire tra un mese e mezzo.

I cittadini non hanno tanto “bisogno di assistenza in prossimità di casa”, quanto semmai della migliore assistenza, con reparti e cure adeguate agli standard strutturali, tecnologici e sanitari.

Gli spazi del Pronto Soccorso di Bra saranno molto utili per realizzare nel prossimo futuro alcuni dei servizi essenziali della Casa della Salute, anche come prima accoglienza medica ed infermieristica (cure primarie e presa in carico della cronicità).

Per quanto riguarda il PPI, non è mai stato programmato negli anni scorsi, anche perché non risulta che sia replicata in regione la presenza di un PPI a distanza di 9 km da un DEA di rilievo.

In altre zone, il PPI serve anche perché territori molto estesi sarebbero privi di posti di assistenza per lunghe percorrenze (tipo valli montane), ma questo non è il caso di Bra, restando comunque da valutare la sicurezza di tali punti di assistenza rispetto al rapido conferimento al DEA più vicino e competente».

Così l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, in risposta alle dichiarazioni dei Gruppi consiliari del centrosinistra braidese in merito al servizio di Pronto Soccorso a Bra.

Pronta la risposta del Sindaco e della giunta braidese: Nel corso del “question time” di ieri, lunedì 25 maggio, l’assessore alla Sanità Luigi Icardi ha annunciato che tutti i Pronto soccorso chiusi dalla Regione durante la prima emergenza del Covid-19 saranno gradualmente riaperti a partire dalla metà di giugno. Nell’elenco dei ripristini com’è noto da tempo non compare quello di Bra, poiché nelle decisioni della Giunta regionale il locale presidio di pronto soccorso è stato definitivamente cancellato nell’arco di mezza giornata, senza che l’amministrazione comunale venisse minimamente non solo interpellata, ma nemmeno informata.

Ci si aspettava dall’assessore Icardi almeno un accenno al grande disagio e al duro prezzo che la nostra città e il suo territorio hanno subìto per una scelta su cui nessuno ha potuto intervenire, anche soltanto l’attenzione di essere citati come forse l’unica area che si è trovata in poche ore a rinunciare per sempre a un presidio sanitario importante per decine di migliaia di persone.

Pertanto a maggior ragione oggi, mentre chiediamo il rispetto della tempistica prevista per il passaggio a pieno regime della nuova struttura ospedaliera di Verduno, ribadiamo con forza e determinazione la nostra richiesta affinché il progetto di realizzazione a Bra della Casa della salute nei locali dell’ormai ex ospedale non conosca ritardi e tutto sia regolarmente predisposto per consentire di attivare secondo i tempi stabiliti un progetto di medicina del territorio attento alle esigenze dei cittadini, come da mesi stiamo chiedendo ai vertici della sanità piemontese e alla dirigenza della nostra ASL.

Chiediamo inoltre con altrettanta chiarezza che Bra sia sede di un Punto di primo intervento (il cosiddetto PPI) per le patologia di bassa gravità che non richiedono trattamento ospedaliero, secondo quanto previsto da deliberazione della Giunta regionale del 2011 e da decreto ministeriale del 2015, e più volte posto all’attenzione dei vertici della sanità regionale e locale durante incontri ufficiali con assessori e capigruppo consiliari.

 

 

 

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