Pronto soccorso anche privati, senza svilire la Sanità pubblica

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“Desidero rassicurare tutti che non si entrerà al Pronto soccorso con la carta di credito ne’ che s’intende ‘svendere’ la Sanità pubblica ai privati”. Lo ha affermato l’assessore alla Sanità Luigi Icardi in apertura della comunicazione, richiesta dal gruppo Luv e svolta questo pomeriggio nell’Aula di Palazzo Lascaris,  sulla possibile apertura di Pronto soccorso privati.

Al momento, ha aggiunto l’assessore, “l’unica cosa certa è che un’associazione di gestori privati mi ha contattato per chiedermi la disponibilità a valutare una proposta sull’apertura di Pronto soccorso privati. Non avendo pregiudizi ideologici, dal momento che ritengo che il privato possa essere di sostegno al pubblico, attendo di conoscere la loro proposta per girarla al Tavolo di confronto che ha sede presso l’Assessorato e valutare un eventuale affiancamento dei Pronto soccorso privati a quelli pubblici”.

“Il problema fondamentale – ha puntualizzato al termine del proprio intervento – viste le difficoltà nel garantire tutti i servizi e nel rinnovare il personale, come avvenuto per esempio quest’estate al reparto di Ortopedia di Novi Ligure, non è tanto scegliere tra pubblico e privato quanto mantenere l’esistente o chiudere i servizi”.

Il dibattito è stato aperto dal consigliere Marco Grimaldi (Luv) che ha ricordato come nella scorsa legislatura fosse stato tra i pochi a opporsi “alla parificazione tra profit e no profit” in quanto “per una Spa il paziente non è un malato ma un cliente”.

Il Pronto soccorso, ha continuato, “pur non economicamente remunerativo, rappresenta senza dubbio una porta preferenziale d’ingresso dei cittadini nella Sanità” e, in una struttura privata, l’appropriatezza del tipo d’intervento “la deciderebbe il privato, venendo di fatto equiparato al pubblico”.

Il capogruppo della Lega Alberto Preioni ha dichiarato, rifacendosi al modello di Sanità lombardo, che “è compito del pubblico controllare il privato convenzionato” anche vigilando sulla presenza di possibili abusi.

“È necessario – ha aggiunto – rendere più efficiente la Sanità anche attraverso il ricorso al pubblico, dal momento che quest’ultimo può disporre di maggiori risorse e consentire così di fornire ai cittadini i servizi migliori”.

Tra le urgenze, ha segnalato la necessità di ripensare il ruolo delle Case della salute e di disporre di un numero maggiore di ambulanze medicalizzate.

Per il Pd sono intervenuti i consiglieri Raffaele GalloDomenico RossiMaurizio Marello e Domenico Ravetti, che hanno evidenziato la necessità che venga elaborato al più presto un nuovo Piano sociosanitario regionale.

Ravetti ha dichiarato di non condividere il punto di vista del capogruppo della Lega e ha esortato la maggioranza “a scendere in campo e ad assumersi delle responsabilità: dovete indicarci qual è il porto finale per la Sanità piemontese, cosa volete fare”.

Il Pronto soccorso, ha sottolineato, è caposaldo del sistema pubblico e non può essere specialistico ma in grado di affrontare l’emergenza nella sua totalità. L’articolo 32 della Costituzione, che sancisce che la Sanità deve essere disponibile a tutti, anche agli indigenti, e l’istituzione del Servizio sanitario nazionale sono e rimangono cardini fissi. Stabilito ciò, la presenza del privato in alcuni settori è benvenuta e può integrare il pubblico, ma deve rimanere un elemento accessorio.

Per il M5s sono intervenuti i consiglieri Francesca Frediani e Ivano Martinetti.

“Siamo in attesa del nuovo Piano sociosanitario e ci tocca commentare le uscite sui giornali”, ha sottolineato Frediani. “Se è vero, infatti, che il cittadino non andrà magari al Pronto soccorso con la carta di credito, è anche vero che saranno verosimilmente destinate più risorse ai privati e che le finalità del pubblico e del privato non sono le medesime”.

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