Covid e Scuola. Non è certamente un momento facile. La recrudescenza della pandemia, l’introduzione del green pass rafforzato e, l’obbligo vaccinale per il personale scolastico, hanno gettato ulteriore caos su un anno scolastico che si sta cercando disperatamente di condurre in porto, limitando al massimo la didattica a distanza. In mezzo a questa bufera, ci sono soprattutto i dirigenti scolastici, chiamati da un lato a garantire la regolarità dell’attività didattica e dall’altra a provvedere ai controlli.
È storia recente, lo sfogo di un dirigente albese, che affidandosi ad una colorita riflessione sui social condannò la discutibile pratica di alcuni dei suoi allievi, che effettuavano i tamponi al venerdì, ma solo per poter vivere in modo libero il week-end e, magari, portare il contagio in classe al lunedì. Il green pass rafforzato ha in qualche modo risolto la faccenda, visto che la movida sarà vietata a chi non è vaccinato, ma intanto arriva un’altra emergenza: le lettere di diffida ai presidi da parte di docenti e genitori no-vax. Le motivazioni? Le più disparate. Si va dalle rivendicazioni dei prof e del personale ausiliario, che pretendono di entrare in classe anche senza possedere il green pass, alle missive (quasi minatorie) di alcuni genitori che in modo spesso colorito intimano lo stop ai presidi diffidandoli a “sottoporre il minore a qualunque pressione per la vaccinazione.
Non solo, ma la riserva si estende a tampone, test sierologico e perfino al tracciamento. Una situazione, quella dei presidi, diventata insostenibile, al punto che è scattata la cosiddetta “disobbedienza civile”. «I recenti accadimenti legati alla caotica gestione delle disposizioni in tema di controlli Covid – spiegano i portavoce del sindacato presidi – hanno determinato il superamento di ogni soglia di sopportazione da parte della dirigenza scolastica. Sono quasi due anni, ormai, che la società civile si trascina questa situazione confusa e incerta. La conseguenza è un aggravio di lavoro per i dirigenti scolastici, sommersi da una mole di richieste assurde che vanno ben al di là dei loro compiti. Un quadro è reso ancor più grave dall’indifferenza della politica. Motivo per il quale è stata proclamata una prima disobbedienza civile della categoria, ed invitando l’Amministrazione ad astenersi dal richiedere prestazioni lavorative non rientranti nelle competenze scolastiche».