Presentati i nuovi Direttori del Dipartimento servizi diagnostici e radiologia dell’ospedale di Verduno

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VERDUNO – Il direttore generale dell’Asl Alba Bra Massimo Veglio, insieme con i colleghi Mario Traina e Gianfranco Cassissa, ha presentato il nuovo responsabile del laboratorio di Anatomia Patologica dell’ospedale “Michele e Pietro Ferrero” dottor Marco Pagano e il direttore dei servizi radiologici dottor Valter Verna. Il dottor Pagano avrà il compito di coordinare tutto il dipartimento dei servizi diagnostici del nuovo ospedale unico.”Si tratta – hanno sottolineato Massimo Veglio e Mario Traina – di ottimi professionisti che, però, il pubblico avrà poche occasioni di vedere in quanto lavorando abbastanza lontano dalle luci della ribalta pur essendo lo strumento che, con le informazioni che mette a disposizione dei colleghi attivi nei reparti, consente di “fare diagnosi”, di completare una diagnosi e di “studiare” i casi fornendo ai vari reparti tutte le indicazioni inerenti la diagnosi circostanziata, l’inquadramento di una patologia e indicazioni preziose per orientare al meglio la terapia. Basterà pensare al contributo che la Radiologia e l’Anatomia patologica mette a disposizione del chirurgo per definire l’estensione e la natura di una lesione e, in campo oncologico, l’opportunità di scegliere farmacologicamente  il blocco di alcuni recettori (ad esempio quelli per gli estrogeni) presenti sulle cellule neoplastiche.

Il dottor Marco Pagano ha 54 anni, ha studiato a Torino con il professor Bussolati, ha poi lavorato per anni alle “Molinette” in un settore ad altissima specializzazione.

“Poi – ha spiegato – ho sentito il bisogno di cambiare, di lasciare “la nicchia” per tornare a fare il patologo di campagna all’ospedale di Savigliano. Dal 2 gennaio scorso sono qui a Verduno dove ho trovato un reparto bellissimo, attrezzato allo stato dell’arte, un progetto giustamente ambizioso e colleghi bravissimi. Proprio oggi (l’intervista è dell’8 dicembre scorso) abbiamo chiuso il contratto che doterà il nostro laboratorio anche per lo studio della biologia molecolare: un’opzione che fa del nostro servizio un centro operativo a livello nazionale. Volendo semplificare…. è come sedersi al volante di una Ferrari. Ovviamente è solo un’immagine per spiegare il potenziale tecnico e tecnologico che è stato messo a nostra disposizione. Mi trovo in una realtà di maggiore livello rispetto alla CN1, in una bellissima azienda, seguita da un’ottima Fondazione e in un territorio che ci consente e attende da questo servizio multidisciplinare prestazioni all’avanguardia e una realtà d’eccellenza”.

Il dottor Valter Verna è direttore del Dipartimento di Radiodiagnostica già dal 2017, ma la costituzione – insieme al laboratorio analisi – della Struttura operativa dei Servizi diagnostici e della Radiologia interventista amplia moltissimo il campo delle responsabilità e delle possibilità operative.

“Sarà nostro compito – spiega – mettere a disposizione dei colleghi dei reparti il “gold standard” (ovvero dati certi e veritieri) delle informazioni che saranno utilizzate in pronto soccorso, in camera operatoria, nei reparti di medicina. Grazie al lavoro dei patologi, del laboratorio e della medicina per immagini, i colleghi potranno provvedere ai loro pazienti con un altissimo livello di appropriatezza delle cure. Non possiamo dimenticare, infine, il ruolo svolto dalla radiologia interventista che permette di ripristinare il circolo ematico in caso di occlusione delle coronarie o dei vasi del collo cambiando radicalmente la prognosi delle ischemie. Oppure della possibilità di guidare il patologo nell’effettuare biopsie sotto controllo ecografico o radiologico per essere certi di identificare la lesione e prelevare un campione perfettamente idoneo allo studio citologico”.

E, speriamo presto, anche di collaborare con la Radioterapia. Sono infatti iniziati i lavori di realizzazione del reparto e l’allestimento del bunker che ospiterà le macchine utilizzate per produrre l’energia e le particelle che colpiranno le lesioni  idonee a questo tipo di terapia. La “collimazione” della zona o del punto da irradiare, così come la profondità, vede infatti chiamati a collaborare lo specialista di Medicina nucleare con i colleghi della Radiologia.

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