Piobesi: Emergenza rifiuti abbandonati, in arrivo le fototrappole

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Piobesi è alle prese con un problema di difficile soluzione: l’abbandono dei rifiuti. Con l’introduzione dei sacchetti conformi è diventata una pratica diffusa quella dell’abbandono dei sacchi si spazzatura. Il fenomeno colpisce i cestini pubblici, ma anche i cigli delle strade, i rii e tutti quei posti in cui la sorveglianza è difficile.

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con il sindaco Mauro Prino, per cercare di capire quali siano le contromisure della Giunta per limitare il fenomeno.

«Purtroppo è un problema annoso – spiega il sindaco -. Ogni giorno il cantoniere ci segnala, questo fenomeno. Appena lui passa a svuotare i cestini, immediatamente, spuntano nuovi sacchetti colmi di spazzatura. Ma ciò che più fa pensare è che ben 151 famiglie di Piobesi non hanno ancora ritirato i sacchetti conformi distribuiti nel mese di giugno. Questo vuol dire che almeno il 10% degli abitanti non usa i contenitori previsti e questa mi sembra una percentuale esorbitante. Noi abbiamo fatto pubblicità per invitare la popolazione in Municipio. È stato un impegno importante, visto che per evitare assembramenti, abbiamo spalmato le diverse vie del paese si più giorni. Tutt’ora siamo a disposizione per consegnare il kit dei rifiuti, ma purtroppo ci ritroviamo in questa situazione. Si tratta di un fatto inconcepibile, visto che i sacchetti sono già stati pagati con le bollette della Tari. D’altra parte non possiamo consegnare le dotazioni porta a porta, così come è successo in epoca Covid, perché è importante il riconoscimento degli utenti, per evitare che i sacchi finiscano nelle mani sbagliate».

Cosa sia stato a scatenare questo fenomeno è sicuramente l’elevato costo dello smaltimento e dei sacchetti aggiuntivi «Sicuramente c’è un problema di fondo nato da una comunicazione fatta in passato – puntualizza il sindaco –. Noi a più riprese abbiamo invitato la cittadinanza ad attuare la raccolta differenziata, promettendo un risparmio in bolletta. In effetti il Comune ha risparmiato, ma questo gruzzoletto è stato “mangiato” dalle normative, dal garante per le tariffe Arera e dal fatto che sono stati acquistati e distribuiti i secchielli e i bidoni per la raccolta dell’umido. Speriamo in futuro di poter confermare i risparmi anche per gli utenti, che ringraziamo per il loro impegno».

Potrebbe essere un fenomeno di protesta? Sarebbe semplicistico e, soprattutto, non giustificherebbe certi comportamenti incivili: «Abbiamo ipotizzato alcune soluzioni, che stiamo verificando anche sul fronte della privacy – aggiunge il primo cittadino . La nostra intenzione è quella di installare fototrappole a sorpresa, con l’obiettivo di ridurre il fenomeno dell’abbandono, che non avviene soltanto nei cestini comunali, ma anche nei torrenti e lungo le strade. Ma al di là della video sorveglianza, io preferisco puntare sulla sensibilizzazione. Vorrei fare leva sull’educazione. Nei mesi scorsi abbiamo già organizzato alcuni appuntamenti reclutando volontari per la pulizia del territorio. Altri momenti simili saranno rivolti ai bambini e alle scuole, perché il processo educativo parte dal basso per raggiungere i genitori e i nonni. Io ci credo, anche perché al di là di tutto, il fenomeno è evidente ma tutto sommato circoscritto. Non vogliamo nemmeno che tutta la popolazione paghi per la maleducazione di pochi».

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Già perché l’abbandono dei costi rischia di vanificare la raccolta differenziata, aumentando i costi:  «Tanto i rifiuti abbandonati, quanto il verde raccolto nel cassone per lo sfalcio di viale degli Angeli, se inquinato da sacchetti di plastica della spazzatura, vengono portati in discarica come indifferenziato e per tanto sono soggetti alla tariffa più alta. Una spesa che il Comune deve sostenere e, ovviamente, scaricare sulla popolazione. In pratica quello che è un servizio per il cittadino, diventa un onere per la collettività, che lo usa in modo poco corretto. Noi ci impegniamo come ente pubblico a fare del nostro meglio, ma forse quella parte della popolazione che non accetta certe imposizioni e magari critica il nostro operato, dovrebbe iniziare a capire che disperdere la spazzatura nell’ambiente è un danno per la collettività, ma anche per se stesso. Purtroppo ci sarà sempre qualche ignorante, ma se riusciamo a ridurre il numero di queste persone, sarà un vantaggio per tutti. Questo messaggio deve raggiungere anche le cooperative che vengono a lavorare in campagna. Queste persone che mangiano e bevono sul posto di lavoro, poi abbandonano i rifiuti nei campi. Se i titolari delle aziende sono consapevoli potrebbero sensibilizzare queste persone a gettare tutto quanto nei cestini appositi. Si tratta di civiltà e non un aggravio di costi».

Rimanendo in tema ambientale affrontiamo anche il problema dei prodotti fitosanitari, che hanno scatenato molte proteste nel corso della scorsa estate: «La campagna che abbiamo intrapreso per la riduzione dei pesticidi è lecita e giusta. L’iniziativa non toglie il diritto di utilizzare prodotti in agricoltura, ma semplicemente invita gli agricoltori a utilizzare quantitativi corretti e negli orari più propizi. La scorsa estate ci sono state molte polemiche, ma è un dato di fatto che il diritto dei coltivatori, si ferma nel momento in cui non vengono rispettate le distanze, di non inquinare i vicini e di non avvelenare la gente. Per altro parliamo di disposizioni chiare ed inequivocabili. Purtroppo ho iniziato un’opera di sensibilizzazione a livello di sindaci del Roero, ma ho incontrato una fortissima resistenza da parte del mondo agricolo. Non c’è la consapevolezza che certi provvedimenti sono attuati nel nell’interesse degli agricoltori, ma la convinzione che questo ostacoli il lavoro. Questo è sbagliato, perché il territorio darà un’immagine negativa di se stesso. So di alcuni tour operator che nei mesi scorsi sono stati investiti da trattamenti nel corso di sopralluoghi lungo i sentieri del Roero. Purtroppo sono finiti all’ospedale con sintomi da avvelenamento. Sono certo che loro non porteranno mai più gruppi di turisti dalle nostre parti. E questa è una sconfitta per tutti».

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