Piemonte: pubblicate linee di indirizzo per la gestione sovraffollamento in Pronto Soccorso

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L’assessore alla sanità della Regione Piemonte, dott. Icardi recepisce le linee di indirizzo per percorsi omogenei in Pronto Soccorso

L’Assessore alla sanità del Piemonte Icardi detta le linee guida recependo l’Accordo siglato il 1° agosto 2019 tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano sulle linee guida nazionali relative al Triage, all’Osservazione Breve Intensiva – OBI, Fast Track e per la gestione del sovraffollamento in Pronto Soccorso (Rep. 143/CSR), in conformità con gli indirizzi generali dell’Accordo Stato-Regioni.

Il Piemonte decide di rendere operativo il nuovo modello organizzativo derivante dall’applicazione delle linee di indirizzo di cui agli allegati A-B-C-D della presente deliberazione a partire dal 1° settembre 2021 dando mandato alle Aziende sanitarie regionali dell’adeguamento dei propri sistemi organizzativi.

In allegato all’articolo le seguenti linee di indirizzo sul:

  1. Triage intraospedaliero (ALLEGATO A);
  2. Osservazione Breve Intensiva – OBI (ALLEGATO B);
  3. Fast – Track (ALLEGATO C);
  4. sviluppo di un piano per la gestione del sovraffollamento in Pronto Soccorso (ALLEGATO D).

A) Linee guida sul Triage

Il Triage, quale primo momento d’accoglienza delle persone che giungono in PS, è una funzione infermieristica volta alla identificazione delle priorità assistenziali attraverso la valutazione dei segni e sintomi, dei parametri vitali rilevati e del rischio evolutivo, in grado di garantire la presa in carico degli utenti e definire l’ordine d’accesso al trattamento sulla base dei protocolli di valutazione. La funzione di Triage non riduce i tempi d’attesa dei pazienti, ma li ridistribuisce/razionalizza a favore di chi ha necessità di interventi urgenti.

Il sistema di codifica

Nel rispetto della normativa nazionale, il sistema di codifica del codice di priorità in triage si deve articolare su cinque tipologie di codice:

B) Osservazione Breve Intensiva – OBI

Come disposto dal DM 70 del 02/04/2015, in ogni presidio sede di Dipartimento di Emergenza e Accettazione (DEA) di 1° o di 2° livello (ospedali hub e spoke) deve essere istituita una struttura complessa di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza (MeCAU), con attività di Pronto Soccorso (PS) e di Osservazione Breve Intensiva (OBI); nei presidi ospedalieri base e di area disagiata, che non sono sedi di DEA, sono da istituire strutture semplici, con attività di PS e di OBI, che fanno capo alla struttura complessa di MeCAU dell’ospedale sede del DEA di riferimento.

L’attività di OBI, da svolgere in ogni PS e DEA, ha come obiettivi l’osservazione e/o il monitoraggio, la valutazione diagnostica e l’eventuale trattamento di pazienti per i quali non sia definibile, dopo il primo inquadramento (in genere entro le prime 6 ore dall’accesso in PS), il percorso più indicato (dimissione, rinvio al medico curante, ricovero).

I due elementi qualificanti dell’attività di OBI sono l’arco temporale limitato e l’intensità del processo diagnostico-terapeutico assistenziale.

L’attività di OBI è fondamentale in ogni presidio ospedaliero sede di PS o DEA, in quanto consente lo svolgimento adeguato della funzione di filtro per i ricoveri e garantisce le dimissioni in sicurezza di molti pazienti anche relativamente complessi, con l’avvio di eventuali percorsi di cura e assistenza extra-ospedalieri.

C) Linee di indirizzo per il Fast-Track

Con il termine Fast Track (percorso veloce) si intende la possibilità di indirizzare alcune specifiche tipologie di pazienti dal triage direttamente allo specialista di riferimento. Hanno il grande vantaggio di “togliere” pazienti dal pronto soccorso generale (abbreviando attese e percorsi).

Il fast track è una procedura operativa infermieristica per la gestione intraospedaliera dei flussi di pronto soccorso individuati come codici bianchi e verdi, relativamente ad alcune patologie definite monospecialistiche. Lo scopo di tale procedura operativa è la strutturazione di un percorso veloce (Fast Track) per ridurre i tempi di attesa in pronto soccorso per i pazienti che non richiedono prestazioni a carattere di emergenza/urgenza, che tendono ormai ad allungarsi a dismisura, fino a raggiungere diverse ore nei periodi di maggiore afflusso.

Ciò genera nei pazienti condizioni di stress elevato che gravano sul personale sanitario del pronto soccorso e si manifestano spesso con grave malcontento se non, talora, con atti di violenza verbale o anche fisica. Pertanto, l’obiettivo del presente documento, oltre a quello di ridurre i tempi di attesa in pronto soccorso dei pazienti con codice basso, è volto al miglioramento dell’efficienza e qualità del servizio, con elevazione del tasso di “customer satisfaction” degli utenti. La diversificazione del percorso dei pazienti con codice bianco/verde per determinate patologie consente inoltre, di garantire una migliore e più efficace assistenza ai pazienti con maggiori criticità (codici gialli, rossi).

Il Fast Track è un percorso veloce di gestione infermieristica.

Il modello organizzativo prevede la possibilità, con le competenze esercitate dall’infermiere di triage, di inviare il paziente direttamente allo specialista bypassando le attività di inquadramento e valutazione clinica del medico di Pronto Soccorso utilizzando specifici algoritmi decisionali.

I percorsi più rodati nel tempo riguardano le specialistiche di Oculistica, Otorinolaringoiatria, Dermatologia e Maxillo Facciale. In molte realtà vengono già attivati altri percorsi Fast Track.

L’applicazione del fast track fa parte di una serie di risposte che da tempo sono state sperimentate per snellire il flusso dei pazienti in PS riducendo così i tempi di stazionamento in DEA. Inoltre il Fast Track sta valorizzando le elevate professionalità dei triagisti. Il presente documento prende in considerazione i percorsi Fast Track di Oculistica, Otorinolaringoiatria, Dermatologia e Maxillo Facciale, rimandando alle singole realtà la possibilità di estendere il percorso ad altre specialistiche.

D) Linee di indirizzo per la Gestione dei percorsi dei pazienti e del sovraffollamento in pronto soccorso

L’emergenza/urgenza è un momento critico per l’intero sistema sanitario.

In tempi molto brevi è necessario rispondere ad esigenze cliniche impreviste dei cittadini, con possibili situazioni di pericolo di vita, legate a patologie acute o a complicanze di malattie croniche; l’andamento della domanda è peraltro spesso prevedibile nei diversi mesi dell’anno e nell’arco della giornata, in base all’epidemiologia stagionale e all’aumento costante degli accessi nei PS a fine mattinata e nel pomeriggio di ogni giorno.

I pazienti devono essere presi in carico e valutati, sottoposti ad idonei accertamenti e avviati in modo corretto al servizio/centro più appropriato, talora anche presso un altro presidio, secondo quanto previsto dalla struttura delle diverse reti di patologia.

La riorganizzazione della rete ospedaliera piemontese di emergenza/urgenza prevede sei aggregazioni di ospedali, tre facenti capo a Torino (Polo Nord, Polo Sud, Polo Ovest) ed le restanti tre rispettivamente ad Alessandria, Novara e Cuneo, tra loro integrate e coordinate nelle funzioni, con articolazione dei nodi della rete secondo la classificazione del DM 70-2015:

  • DEA II Livello (centri di riferimento)
  • DEA I Livello (centri cardine)
  • pronto soccorso semplici
  • pronto soccorso di aree disagiate
  • punti di primo intervento.

Adeguate interazioni con i servizi territoriali e con la continuità assistenziale (medici di medicina generale, guardia medica, Nuclei Ospedalieri di Continuità delle Cure – NOCC, Nuclei Distrettuali di Continuità delle Cure – NDCC etc.), dovrebbero assicurare l’impiego appropriato delle strutture deputate all’emergenza (sistema ET 118 e rete ospedaliera) e l’avvio di percorsi efficienti di cure domiciliari per i pazienti dimessi dai PS, razionalizzando l’uso delle risorse e riducendo inutili doppioni.

La gestione tempestiva dei trasporti inter-ospedalieri, in relazione alle necessità dei pronto soccorso e dei punti di primo intervento e in accordo con i centri di riferimento e cardine riceventi, deve ottimizzare il percorso del paziente sulla base di protocolli condivisi.

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