Piemonte: crescita rallenta, pesano caro-bollette e inflazione

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Rallenta, ma cresce ancora il Pil (Prodotto interno lordo) del Piemonte, nonostante i contraccolpi della guerra in Ucraina: nel III trimestre del 2022 si registra un +2,3% rispetto allo stesso trimestre del 2021, leggermente inferiore alla media italiana (+2,6%), mentre nei primi nove mesi dell’anno l’aumento si attesta a un +2,9%. Nel II trimestre del 2022 il Pil era cresciuto del 3,6%.

Sono le stime diffuse in anteprima dal Comitato Torino Finanza della Camera di Commercio di Torino, frutto del calcolo fatto attraverso il Pilnow, un modello econometrico che esamina una serie di variabili dell’economia reale e fornisce un giudizio sintetico, tempestivo, istantaneo, dell’andamento economico locale.

Il Pil piemontese resta in linea con la media Ue (+2,4%) e supera nettamente quello di Francia (1%) e Germania (+1,1%). Gioca a favore la maggiore flessibilità e varietà dell’economia.

Durante la crisi pandemica il Pilnow piemontese (a prezzi costanti del 2015) era sceso da 133,6 a 120,6 miliardi, adesso è risalito a 131,6 miliardi. Mancano 2 miliardi per tornare ai livelli precovid, ossia 6-9 mesi di crescita, mentre mancano 11,6 miliardi, ossia 4 anni di crescita continua e sostenuta, per tornare ai livelli del 2008 (143,2 miliardi).

Sull’andamento dell’economia pesa però la crisi legata alla guerra in Ucraina; alcuni indicatori che concorrono a realizzare il Pilnow fanno emergere un IV trimestre in riflessione, anche se si tratta della stagione di Natale, tradizionalmente favorevole ai consumi. Ma, se da un lato l’ultimo trimestre sconterà le vicende delle bollette e del potere di acquisto, dall’altro continuerà la coda dei lavori edilizi trainati dai bonus e saranno sempre più concreti gli interventi finanziati con il Pnrr. Ragioni quindi per non cessare di essere moderatamente ottimisti.

Il Pilnowche viene calcolato dal 2020, si è arricchito quest’anno di nuove variabili per essere sempre più preciso rispetto al Pil effettivo che, su base regionale, l’Istat diffonde con due anni di ritardo. L’ ultimo elemento di analisi ad essersi aggiunto è il credito al consumo, grazie alla collaborazione con Vivi Banca.

Vladimiro Rambaldi, presidente Comitato Torino Finanza: «Il Comitato Torino Finanza offre da due anni al Piemonte la possibilità di conoscere tempestivamente lo stato della propria congiuntura e di agire di conseguenza con strategie e politiche informate e puntuali. Le stime del terzo trimestre sono confortanti e scacciano, per ora, il timore di una recessione, che sarebbe controproducente perché interromperebbe una ripresa che si sta dimostrando, anche in Piemonte, più forte di quella europea. Benché l’autunno sia stato funestato dalle bollette e dall’inflazione, la crescita acquisita nei primi nove mesi dell’anno ci permette di guardare con ottimismo al bilancio di tutto il 2022. Pilnow è un modello che permette stime che diventano più precise e affidabili via via che si aggiungono nuovi dati tempestivi. Il modello è passato da 5 variabili iniziali a ben 13 e ringraziamo in particolare il socio Vivibanca Spa, che con la sua fornitura mensile di dati anonimi e aggregati ci ha permesso di tenere conto dell’evoluzione del credito al consumo, variabile fortemente correlata al Pil, poiché i consumi ne rappresentano approssimativamente i due terzi della destinazione. Ci auguriamo che la crescita continui e guardiamo come Comitato a ciò che soprattutto può renderla forte e sostenibile nel futuro, come lo sprigionarsi delle energie delle imprese Startup sulle quali il Comitato svolge un’attività di osservatorio la cui prossima edizione è imminente e sarà presentata il 7 dicembre prossimo».

Il Presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia, commenta: «I risultati che diffondiamo oggi ci parlano di una regione che continua a difendersi con forza alle varie crisi nazionali e internazionali che, purtroppo, deve fronteggiare: dalla crisi energetica all’inflazione, dalla guerra russo-ucraina al rialzo dei tassi d’interesse. La nostra indagine congiunturale trimestrale ci parla, però, di aspettative al ribasso degli imprenditori: per far crescere un’azienda e dare occasioni di sviluppo a un territorio occorre stabilità. Su questo dobbiamo lavorare, a più livelli, per scongiurare la disoccupazione e ridare fiducia al sistema economico piemontese».

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